Il levistico, chiamato anche sedano di monte, è un’erba aromatica dal profumo intenso, che ricorda proprio il sedano e di cui si raccoglie sopratutto il fogliame.

Si tratta di una specie officinale appartenente alla famiglia delle Ombrellifere o Apiacee, come anche aneto e finocchietto, interessante perché facilmente coltivabile tanto nell’orto quanto in vaso.

levistico

Vediamo quindi di conoscere meglio questa pianta e di provare ad introdurla tra le nostre colture, crescendola con metodo biologico, per poi sperimentarla in cucina in svariate pietanze.

Levisticum officinale: la pianta

Il levistico, Levisticum officinale, è originario della Persia, ovvero l’attuale Iran, da cui si è poi diffuso in tutta Europa, dove veniva usato regolarmente dagli antichi Romani come specie officinale.

Questa ombrellifera è una specie erbacea perenne, piuttosto vigorosa, rustica e adattabile. Lo possiamo trovare facilmente allo stato spontaneo, con fusti che possono raggiungere anche i 2 metri di altezza.

I fiori, riuniti in ombrelle come è tipico delle altre specie della famiglia (sedano, carota, finocchio, cerfoglio,…) appaiono in estate, sono minuti e di colore giallo. Se si lascia che i fiori proseguano il loro decorso, assisteremo alla produzione dei semi, che potremo raccogliere una volta ben maturi per nuove semine.

Il rizoma, di colore grigio, è ricoperto da grosse fibre che sono il residuo delle guaine delle foglie e l’apparato radicale è fittonante.

Condizioni pedoclimatiche adatte

Terreno dove piantare. Il levistico è una specie adattabile, non presenta esigenze molto strette, però le sue condizioni ideali di suolo sono una buona scioltezza e sofficità, che garantiscano un drenaggio sufficiente.

Condizioni ambientali ottimali. Considerato che il levistico viene anche chiamato “sedano di monte” possiamo facilmente intuire che possa crescere anche ad una certa altitudine. Può infatti vegetare bene sia in pianura sia in ambienti di collina o bassa montagna, con condizioni climatiche invernali più rigide.

Nella scelta della posizione, possiamo dedicare al levistico la mezz’ombra come per il cugino sedano da coste.

Preparazione del terreno

Il terreno che deve accogliere i semi o le piantine deve essere preventivamente lavorato e ammendato con compost o letame maturi. Nel caso di semina diretta anche lo sminuzzamento delle zolle deve risultare particolarmente accurato.

Se si intende coltivarlo in vaso, è importante procurarsi un terriccio piuttosto drenante o nel dubbio mettere una manciata di argilla espansa sul fondo.

Seminare il levistico officinale

Per la semina del levistico possiamo procedere in due modi:

  • Con la semina diretta in piena terra.
  • Facendo prima un semenzaio e in seguito il trapianto delle piantine quando raggiungono i 10 cm di altezza.

Se si sceglie la prima strada della semina diretta possiamo procedere non appena le condizioni ambientali lo consentono, di solito tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Una volta nate le piantine dovremo poi realizzare un diradamento, lasciando 30-50 cm tra ogni singola piantina, dato il potenziale di crescita della specie.

C’è un terzo modo per moltiplicare il levistico ed è la divisione dei cespi di una pianta adulta, ma il metodo non garantisce sempre risultati soddisfacenti.

Tecnica di coltivazione del levistico

Per coltivare il levistico bisogna prima di tutto tenere conto che si tratta di una pianta perenne: è buona norma concimare ogni anno all’inizio della primavera o in autunno con un po’ di compost o stallatico e ogni tanto annaffiare con dei macerati fertilizzanti come quello di ortica.

Irrigazione del levistico

Il levistico deve ricevere irrigazioni regolari, anche se non eccessive. Come sempre, è importante decidere quanto e come irrigare basandoci sul meteo, sulle temperature e osservando lo stato di umidità del terreno. Ma in genere almeno in estate dovremo intervenire molto spesso, altrimenti le foglie tenderanno ad ingiallire.

Sarchiature e pacciamatura

Un’altra cura colturale da somministrare spesso dalla primavera in avanti è la pulizia dall’erba spontanea, a meno che non si provveda a pacciamare tutto lo spazio con paglia, altro materiale o teli neri.

Malattie e parassiti

Non si riscontrano particolari malattie o parassiti a carico del levistico, ma a volte le piantine giovani subiscono la minaccia di lumache e limacce e in questo caso bisogna intervenire con mezzi eco-compatibili, ad esempio:

  • Spargimento della cenere di legna sul terreno attorno.
  • Trappole fai da te alla birra.
  • Distribuire a spaglio un lumachicida ecologico a base di ortofosfato di ferro.

Consociazioni tra aromatiche perenni

Dato che si tratta di una pianta perenne, è una buona idea quella di dedicare al levistico un suo spazio all’interno di un’aiuola o di una bordura tutta dedicata all’insieme delle specie aromatiche.

Non ci sono infatti particolari controindicazioni nel consociare il levistico e altre di queste piante, come salvia, rosmarino o timo, e formare così un insieme ricco e biodiverso.

Raccolta e utilizzo del levistico

Dall’inizio dell’estate e fino all’autunno inoltrato è possibile tagliare steli e foglie di levistico. La pianta ricresce, soprattutto se viene tenuta irrigata con regolarità.

Possiamo usare il levistico a crudo per condire le pietanze come insalata, minestre, frittate, piatti a base di carne.

Possiamo utilizzarlo anche per preparare dei decotti e infusi, che un tempo venivano apprezzati per le loro proprietà curative: toniche, digestive, antireumatiche, diuretiche e altre ancora, che lo rendevano una delle piante in uso in fitoterapia.

A livello di proprietà il levistico officinale consumato crudo è particolarmente benefico per il suo contenuto in vitamina C.

Dove trovare il levistico

Non sempre nei garden center si trovano semi o piantine di questo sedano di monte, perché purtroppo si tende a proporre sempre le solite colture più classiche. Chi non trovasse semi di levistico nei negozi può acquistarli online.

Dopo il primo acquisto sarà semplice ricavare i semi in proprio a partire dalle ombrelle della fioritura.

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Articolo di Sara Petrucci

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