Quando si parla di motocoltivatore si pensa subito alla fresatura del terreno: è il classico attrezzo con cui possiamo passare la superficie da destinare a orto al fine di smuoverla, rompendo le zolle e preparando il letto di semina.

In realtà il motocoltivatore è una macchina molto versatile ed è riduttivo pensare che sia una semplice “motozappa con le ruote” (c’è una notevole differenza tra motozappa e motocoltivatore). Ci sono tanti accessori che si possono applicare a un buon motocoltivatore per renderlo multi funzione.

motocoltivatore multifunzione

Saper sfruttare le potenzialità di questo macchinario può offrire un bel risparmio di tempo e fatica. Per chi ha un campo di piccola o media dimensione il motocoltivatore rappresenta una sorta di trattore che svolge vari compiti. Scopriamo quali sono i vari attrezzi che possiamo sfruttare con un motocoltivatore.

Come è fatto un motocoltivatore

Prima di elencare le sue applicazioni è bene dire in due parole cos’è un motocoltivatore. Molti potranno saltare questo paragrafetto, ma mi sono accorto che spesso motocoltivatore e motozappa vengono confusi.

Senza scendere nel tecnico: un motocoltivatore è un macchinario caratterizzato da un motore che muove due ruote di trazione e al tempo stesso è dotato di presa di forza, a cui possiamo applicare vari accessori, che vengono azionati dall’energia dal motore. La fresa è il più classico degli applicativi.

Le ruote di trazione distinguono il motocoltivatore dalla motozappa, che invece si sposta grazie al procedere della fresa nel terreno e quindi non si può usare per lavorazioni diverse dalla fresatura.

A differenza dei trattori l’utilizzatore non sale a bordo del motocoltivatore, ma cammina dietro, manovrandolo tramite le stegole.

Parlando di accessori del motocoltivatore possiamo distinguere due tipologie:

  • Accessori che si attaccano alla presa di forza. Sono accessori più complessi che richiedono l’energia del motore per funzionare, come fresa, vangatrice, aratro rotativo o trinciasarmenti.
  • Accessori che si applicano al motocoltivatore a semplice trazione, ad esempio un assolcatore o un cavapatate. Sono applicazioni che non richiedono il movimento del motore ma vanno a rimorchio sfruttando la trazione delle ruote.

Attaccare accessori al motocoltivatore

Quando scegliamo un motocoltivatore è importante farsi un’idea degli usi che andremo a fare. Per un piccolo orto può bastare un modello di media potenza, ad esempio si vedano le caratteristiche del Bertolini 413 S, che è un modello prestante per  una situazione di orto entro i 150 metri quadri. Alcuni degli accessori di cui parleremo richiedono un motore potente, per cui consiglio un motocoltivatore di maggior peso, ad esempio il Bertolini 417 S.

motocoltivatori bertolini

C’è inoltre da verificare la compatibilità tra accessorio e macchinario, rispetto all’aggancio.

Ogni azienda che produce motocoltivatori offre una serie di accessori compatibili. In genere il macchinario viene venduto di serie equipaggiato con la fresa, mentre altri applicativi, come turbine spalaneve o trinciasarmenti sono accessori in aggiunta.

Potremmo però anche decidere di acquistare applicativi da altre aziende. Alcuni meccanismi complessi, come aratro rotativo, scava solchi o vangatrice, vengono realizzati da ditte specializzate, bisogna valutare che siano compatibili con il nostro motocoltivatore.

Vale la pena scegliere un motocoltivatore di marchio conosciuto e affidabile, che possa garantire una compatibilità con i principali applicativi e anche un motocoltivatore sicuro. Un’azienda di riferimento come Bertolini collabora con i produttori di accessori per motocoltivatore, in modo da permettere una semplice integrazione anche con applicativi non di propria produzione.

Con motocoltivatori di piccole aziende oppure con macchine di importazione invece si possono più frequentemente verificare problemi di compatibilità dei sistemi di aggancio.

Il sistema di aggancio

Una caratteristica interessante è avere un sistema di aggancio comodo, che consenta di attaccare e staccare rapidamente i vari attrezzi, senza complicazioni di montaggio.

Attenzione a scegliere macchine di qualità anche su questo aspetto: l’aggancio alla presa di potenza, che trasmette il movimento del motore è un passaggio delicato, soluzioni fai da te o realizzate con qualità approssimativa possono rappresentare pericolo di rotture irreparabili e pericolo per l’operatore.

attacco quick fit

I motocoltivatori Bertolini sono dotati di sistema Quickfit per l’aggancio rapido

Attrezzi per lavorare il suolo

Il primo scopo di un motocoltivatore è in genere la lavorazione del suolo meccanizzata, che si effettua tramite fresatura ma non solo. Scopriamo quali sono le possibilità interessanti.

La fresa

Il classico e primario attrezzo del motocoltivatore è la fresa: un rotore di coltelli con zappe. Il movimento rotatorio dei coltelli sminuzza le zolle per rendere il suolo soffice. Si impiega nella lavorazione del terreno, al fine di smuovere, eliminare meccanicamente erbe infestanti e incorporare eventuale concime sparso in superficie.

In genere è possibile personalizzare la larghezza della fresa a seconda degli spazi del nostro orto. La potenza richiesta dalla fresa dipende da larghezza e profondità a cui vogliamo lavorare, mediamente si richiede un motore tra i 5 e i 12 cavalli.

Alla fresa deve essere sempre applicato dalla casa costruttrice un cofano avvolgente, a norma di legge, per contenere la terra lavorata e proteggere l’operatore.

Caratteristiche importanti della fresa:

  • Regolazione della larghezza, che permette di passare tra filari o di fare porzioni più ampie.
  • Regolazione della profondità, da decidere in base a tipo di suolo e tipo di lavorazione che vogliamo fare. Ad esempio per incorporare concime e sarchiare possiamo passare superficiali, senza impattare eccessivamente sugli equilibri biologici del suolo.

fresa per motocoltivatore

Vangatrice per motocoltivatore

In alternativa alla fresa nella coltivazione biologica sarebbe spesso da preferirsi la vangatrice, attrezzo meccanico che simula il lavoro della vanga e agisce senza rivoltare le zolle e senza creare la suola di lavorazione.

Si tratta di un attrezzo che rispetta la stratigrafia del suolo e permette di preservarne la fertilità biologica.

Il meccanismo piuttosto complesso in genere non viene realizzato dalle aziende produttrici di motocoltivatori, ma da realtà specializzate. La vangatrice per motocoltivatore richiede un motocoltivatore potente.

Aratro per motocoltivatore

L’aratura è una lavorazione preparatoria del terreno in uso in agricoltura classica. Esistono dei piccoli aratri applicabili ai motocoltivatori, richiedono motore di buona potenza e in alcuni casi ruote allargate e zavorre per stabilizzare meglio la macchina.

Ci sono tre differenti tipi di aratro:

  • Aratro monovomere. Questo tipo di aratro opera con un unico vomere e un coltro (montato in posizione anteriore rispetto al vomere) per il taglio del terreno, nonché con un versoio per il rivoltamento laterale della fetta di terra e la creazione del solco. L’attrezzo è pensato per garantire il rivoltamento del suolo solo a destra o solo a sinistra rispetto alla direzione di marcia. Presenta una larghezza di lavoro di circa 20 centimetri. La profondità di aratura, l’altezza degli organi lavoranti e l’angolo di lavoro sono regolabili mediante viti o leve apposite.
  • Voltaorecchio a 180 gradi. Questo aratro si avvale di due versoi, che sono installati sullo stesso timone in posizione contrapposta di 180 gradi e lavorano uno alla volta. Come l’aratro monovomere, anche l’aratro voltaorecchio per motocoltivatore ara circa 20 centimetri ad ogni passaggio.
  • Aratro rotativo. Capace di eseguire l’aratura e la fresatura in un unico passaggio, l’aratro rotativo è indicato per incrementare la permeabilità del terreno, distruggere le malerbe, realizzare solchi e lavorare tutte quelle aree dove gli aratri convenzionali non possono arrivare. Con trasmissione ad ingranaggi in bagno d’olio e con profondità operativa regolabile, l’attrezzo dissoda larghezze maggiori rispetto agli altri aratri (circa 25 centimetri) e necessita di una potenza di almeno 8 cavalli.
Approfondisci: aratro rotativo

Coltivatore a denti fissi

Il coltivatore a denti fissi è concettualmente simile all’assolcatore che vedremo poi: si tratta di uncini che seguono il motocoltivatore a traino e affondano nel terreno.

Invece che aprire un solco qui abbiamo diverse punte. Si tratta di un sistema molto interessante per chi vuole rompere la crosta compatta sul terreno senza una lavorazione invasiva come quella della fresa.

Applicativi per altre lavorazioni agricole

Il motocoltivatore coi suoi accessori non si impiega soltanto nelle lavorazioni preparatorie principali dell’orto, ma può essere protagonista di altri lavori in corso di coltivazione, come aprire solchi in cui piantare oppure raccogliere patate.

Assolcatore

Il motocoltivatore può risultare utile per aprire solchi in cui piantare oppure tracciare canali di scolo. Per questi lavori si applica un assolcatore.

L’assolcatore non richiede presa di forza, è un semplice accessorio a traino che si impunta nel terreno, grazie alla trazione delle ruote apre il varco.

Si possono scegliere assolcatori retrofresa, che lavorano contestualmente alla fresatura, oppure assolcatori registrabili.

Larghezza e profondità di lavoro variano a seconda del modello di assolcatore, spesso sono attrezzi con una regolazione che permette di definire diverse ampiezze.

L’impiego di assolcatore può richiedere una buona potenza e potrebbe valer la pena applicare zavorre per stabilizzare il motocoltivatore, questo varia a seconda dello stato del suolo e della dimensione del solco da tracciare.

Coltivatore a denti fissi

Il coltivatore a denti fissi è concettualmente simile all’assolcatore: si tratta di uncini che seguono il motocoltivatore a traino e affondano nel terreno.

Invece che aprire un solco qui abbiamo diverse punte. Si tratta di un sistema molto interessante per chi vuole rompere la crosta compatta sul terreno senza una lavorazione invasiva come quella della fresa.

Scavapatate per motocoltivatore

Il motocoltivatore ci può aiutare anche al momento della raccolta delle patate, con un apposito applicativo, concettualmente simile all’assolcatore ma dotato di una griglia che separa i tuberi dal terreno, portandoli alla luce.

Gestione dell’erba con il motocoltivatore

Il motocoltivatore può servire anche a tagliar l’erba, sia per gestire prati incolti e spazi tra i filari coltivati, sia in giardino.

Alla presa di forza infatti si può applicare tre diverse tipologie di applicativi per l’erba:

  • La barra falciante, che permette di sfalciare anche l’erba alta
  • La trinciasarmenti, ideale per passare in aree incolte, che non si limita a tagliare ma trincia i residui vegetali che finiscono nel suo rotore. Approfondisci: trinciasarmenti per motocoltivatore.
  • Il tosaerba vero e proprio, adatto al giardinaggio, che affronta erba non troppo alta, ma garantisce un lavoro più regolare e ordinato.

Altre funzioni

Il motocoltivatore non è solo utile in campo, si possono applicare delle spazzole per pulire piazzali oppure per l’inverno dei sistemi spalaneve.

Un’altra idea che può rivelarsi utile è il carrello applicato, che consente di fare trasporti di attrezzi e materiali in campo.

Infine tra le applicazioni da motocoltivatore ci sono anche le luci, pur non essendo prudente far lavori in campo di notte, possono rendersi utili in stagione autunno invernale, quando il tardo pomeriggio il sole cala presto.

Articolo di Matteo Cereda

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