Salvaguardare i semi del proprio orto permette di risparmiare ogni anno sull’acquisto di piantine, oltre alla grande soddisfazione dell’autosufficienza. Ma è anche un atto dal valore ecologico, quando si tratta di mantenere varietà antiche che potrebbero perdersi e quindi di conservare la biodiversità.

I pomodori nello specifico sono una delle piante da orto più coltivate, ne esistono moltissime varietà: dai classici San Marzano e Cuor di bue, fino a una miriade di varietà antiche e locali. Sono proprio le cultivar locali quelle più a rischio di estinzione, in molti casi vengono preservate solo grazie a “seed savers” che le conservano nei propri orti.

conservare i semi del pomodoro

Conservare i semi del pomodoro è un’attività alla portata di tutti, per farlo con buoni risultati bastano alcune accortezze che troverete qui di seguito. Dalla scelta del frutto a come prelevare i semini: ecco una piccola guida in merito.

Perché salvare le sementi

Acquistare piantine di pomodoro sarebbe la scelta più comoda: si risparmia tempo, sono già trattate per scongiurare attacchi di virus e funghi e garantiscono un buon quantitativo di frutti. Tuttavia le piante comprate in genere non possono essere definite completamente “biologiche”: i produttori fin dall’inizio conciano chimicamente le sementi e, una volta germinate, le giovani piantine di pomodoro vengono trattate per ridurre il rischio di malattie nelle primissime fasi di vita. Inoltre le avanzate tecniche genetiche applicate da anni anche in agricoltura hanno portato a puntare sostanzialmente su varietà di pomodoro ibride, ovvero create da incroci di laboratorio. Si tratta di selezioni resistenti alle malattie e con determinate caratteristiche nella produzione di frutti, ma non sono riproducibili in proprio.

Senza demonizzare dobbiamo sapere che questo atteggiamento delle grosse aziende produttrici è un’arma a doppio taglio: imponendo alcune varietà al posto di altre, si ignora sia l‘importanza della biodiversità, sia il naturale adattamento delle piante all’ambiente circostante.

Col passare degli anni, infatti, conservando i semi tramite autoproduzione si garantisce una cultivar di pomodoro sempre più adattata al clima, al terreno e all’apporto idrico disponibile nella zona geografica in cui ci si trova. Chi conserva i semi quindi ha la possibilità di portare avanti varietà antiche, spesso migliori per il contesto in cui si sono sviluppate.

Evitare semi ibridi F1

Quando si decide di autoprodurre le sementi, bisogna tenere bene in considerazione la natura della pianta madre da cui verrà scelto il frutto. Se avete acquistato delle piantine che derivano da “sementi ibride F1”, è molto probabile che dai suoi semi deriveranno piante deboli e con scarsa produttività.
Questo perché i produttori hanno studiato delle varietà in laboratorio che producono piante molto forti nella prima generazione ma che non mantengono le caratteristiche originali con la riproduzione.

È facile intuire come la questione verta sul mero aspetto economico: se tutti potessero autoprodursi le piante di pomodoro, o di qualsiasi altro ortaggio, le aziende produttrici ne ricaverebbero ben poco, con gli ibridi F1 il produttore resta di fatto proprietario della varietà e l’acquirente deve comprare ogni anno.

Conservare semi di pomodoro: il video

Pietro Isolan ci mostra come prelevare e conservare le sementi del pomodoro, proseguendo la lettura trovate le informazioni scritte.

Quale frutto scegliere

Per conservare i semi bisogna prima di tutto scegliere il frutto da cui prelevarli. Si tratta di individuare una pianta di tipo non ibrido, ovvero ad impollinazione aperta. Le piante ad impollinazione aperta sono quelle che si sono riprodotte attraverso mezzi naturali come vento, pioggia, insetti,…

Dobbiamo quindi cercare semi di tipo non ibrido per cominciare, quindi sementi capaci di riprodurre la stessa varietà di pianta. Trovare sementi di questo tipo è sempre più difficile, ma esistono delle manifestazioni sparse in tutta Italia dove appassionati ortolani ed esperti del settore si ritrovano per scambiare semi non ibridi, proprio al fine di tenere vive quelle varietà che altrimenti andrebbero scomparendo. Inoltre, esistono alcune varietà di pomodoro, come la varietà Heirloom, che si riproduce solo per impollinazione aperta, il cui frutto può essere acquistato anche dal fruttivendolo di fiducia.

Infine ci sono aziende sementiere biologiche che per scelta forniscono semi non F1, come Arcoiris e Sativa. Ovviamente è consigliato comprare semi da queste realtà.

Acquista semi di pomodoro non ibridi

Una volta chiarita l’impollinazione possiamo individuare una pianta sana, robusta, vigorosa, e scegliere alcuni tra i pomodori più belli, possibilmente dei primi palchi di fiori, ovvero quelli che si sviluppano nella parte inferiore della pianta. Mettete un nastro sul frutto scelto, appena prima del picciolo. Questo vi aiuterà a riconoscere il frutto più in là nel tempo, e a non coglierlo per mangiarlo.

Per salvare i semi dobbiamo portare i frutti al punto massimo di maturazione, ovvero quando il pomodoro è di un rosso molto acceso e al tatto risulta molliccio. In questo modo si ha garanzia di un seme che avrà un alto indice di germinazione, e possiamo raccogliere.

Rimozione dei semi

taglio del frutto

Dopo aver raccolto il frutto giusto procediamo tagliando in due il pomodoro. Il suo interno è composto da una parte molliccia e gelatinosa, dove sono incorporati i semi, e da una parte più solida e spugnosa.

Con un cucchiaio togliamo la parte gelatinosa assieme ai semi, separandola dalla parte spugnosa. La gelatina è composta da una sostanza auto-germinante, che impedisce al seme stesso di germinare mentre si trova ancora all’interno del pomodoro.

togliere gelatina di semi

Raccogliamo la gelatina e trasferiamola in un recipiente aperto, come un bicchiere o una ciotola di vetro. L’obiettivo è rimuovere la gelatina sfruttando il processo di fermentazione all’aria aperta.

Fermentazione e rimozione della polpa

Dovremo lasciare a riposo gelatina e sementi all’ombra, in un luogo non troppo ventilato, per circa 3-4 giorni. Trascorso questo tempo, si noterà la formazione di uno strato superficiale di muffa maleodorante. Questo è il segnale che i semi sono pronti per essere lavati e seccati.

Il processo di fermentazione della semente non è fondamentale, tuttavia riduce le probabilità di trovarsi con semi che portano con sé delle malattie, perché è un metodo di sanificazione naturale. Inoltre la fermentazione elimina completamente un inibitore della germinazione, contenuto nella gelatina del pomodoro, che potrebbe invece rimanere anche dopo diversi lavaggi con acqua delle sementi.

Bisogna rimuovere lo strato superficiale di muffa con un cucchiaino, poi trasferire la gelatina rimanente in un barattolo di vetro, aggiungere acqua pulita e tappare.

fermentazione gelatina

A questo punto agitiamo il contenitore per “lavare” i semi dalla gelatina. Dopo qualche istante, lasciamo a riposo il contenitore. I semi si depositeranno sul fondo, portando invece a galla la parte di gelatina che non è entrata in soluzione con l’acqua.

Ripetiamo questa operazione 2-3 volte, finché la superficie dell’acqua del barattolo risulterà sostanzialmente limpida.

A questo punto, trasferiamo i semi in un colino, e passiamoli per qualche secondo sotto l’acqua corrente, per ultimare il ciclo di pulizia. Abbiamo ottenuto la nostra semente di pomodoro.

colino lavare semi

Essiccazione e conservazione della semente

I semi risultanti dovranno essere disposti su un piatto di carta, oppure su carta assorbente, quella per il pane o dei fritti è perfetta. Evitiamo invece i rotoli di carta da cucina poiché le sementi, una volta asciutte, si attaccano alla carta, rendendo difficoltosa la rimozione.

Lasciamo i semi all’ombra, in luogo leggermente ventilato, per 3-4 giorni.

essiccazione e conservazione

Una volta essiccati, i semi vanno riposti in un contenitore ermetico (anche un comune vasetto di vetro va bene). Si consiglia di riporli prima in una bustina di carta, per essere sicuri di catturare anche le più piccole particelle di acqua rimaste. È importante infatti che nell’involucro non sia presente umido, per evitare marcescenze provocate proprio dalle piccole parti di acqua presenti nelle sementi. Se ciò dovesse avvenire, si è obbligati a buttare l’intero contenuto.

I semi di pomodoro si conservano anche 4 o 5 anni. Col passare degli anni diminuisce comunque la capacità germinativa della semente, quindi la cosa migliore è seminare subito la stagione successiva e conservare semi da un anno all’altro.

Lettura consigliata: come seminare i pomodori

Articolo e foto di Simone Girolimetto

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