Per ottenere nuove piante da coltivare si può in genere partire dal seme, ma non è l’unico modo possibile e in molti casi risulta più conveniente la riproduzione per talea.

La talea è una tecnica di moltiplicazione vegetativa con la quale possiamo ottenere piantine in modo più rapido rispetto alla semina. Si tratta di recidere delle piccole porzioni da una pianta prescelta che desideriamo propagare, di solito rametti, e metterli a radicare finché non si trasformano in piantine autonome.

talea

Oltre alla rapidità la talea ha un altro vantaggio: con questa tecnica si ottengono nuovi esemplari geneticamente identici alla pianta madre, in pratica si tratta di una forma di clonazione. Nel regno vegetale la riproduzione agamica, ovvero asessuata, è molto comune e in natura avviene in vari modi anche senza l’intervento umano. Con la tecnica della talea sfruttiamo questa possibilità dei vegetali per moltiplicare le specie coltivate senza passare dal seme.

Questo significa che se la pianta madre è di una varietà che ci interessa la talea è un metodo sicuro per preservare tale varietà, mentre nella riproduzione da semente entra in gioco l’impollinazione che porta a incroci e produrrà un esemplare con diverse caratteristiche.

Come si pratica la talea

Per praticare una talea bisogna prelevare dei rametti dalle piante prescelte, eliminare le foglie basali, e infine metterli a radicare in piccoli vasetti o altri contenitori riempiti di terriccio e tenuti in un luogo illuminato, che a seconda della stagione dovrà essere riparato o anche all’aperto.

I rametti tagliati non devono essere particolarmente lunghi, in genere 10-15 cm al massimo sono più che sufficienti, più lunghi del caso di talee legnose di piante come fico e olivo.

C’è chi tratta i rametti con ormoni radicanti per velocizzare il processo e renderlo più facile, ma non è necessario e comunque non è una pratica naturale. Le piante sviluppano da sole degli ormoni deputati all’emissione di radici e nell’arco di un tempo che dipende dalle specie e dalla stagione, si assiste comunque alla radicazione.

Tuttavia non è detto che tutti i rametti attecchiscano e pertanto si consiglia di metterne a radicare un numero maggiore a quello effettivamente desiderato, in modo da poterlo comunque ottenere e magari poter anche scegliere le piantine migliori.

Quando eseguire la talea

Le talee si possono eseguire in diversi momenti, evitando però la piena estate e il pieno inverno, ovvero i periodi massimo caldo e massimo freddo.

Per aromatiche quali salvia, rosmarino, lavanda e altre aromatiche perenni, il momento consigliato per il prelievo del rametto è settembre. Tagliamo rametti di 10-15 cm, li mettiamo a radicare in vasetti che devono stare, idealmente, tutto l’inverno protetti all’interno di una serra. Dovremo tenere d’occhio che il terriccio sia sufficientemente umido, irrigando ogni tanto ma senza mai inzuppare il terriccio, altrimenti si rischiano marciumi e la moria delle piantine.

Nella primavera successiva, se tutto viene gestito con attenzione, le nuove piantine sono pronte per il trapianto e lo capiremo anche dai nuovi germogli emessi.
Per altre specie come la menta si esegue facilmente in primavera, con un radicamento che avviene in poche settimane.

La scelta della pianta madre

La scelta della pianta da cui prelevare i rametti da moltiplicare deve essere oculata, in quanto, come anticipato, tramite la talea si ottengono individui identici geneticamente a questa, e non soltanto per le caratteristiche visive, ma anche per altri aspetti importanti come la resistenza agli stress di varia natura, come malattie e parassiti, ma anche per la qualità e la quantità della produzione, se si tratta di fruttiferi.

Naturalmente poi non è detto che le piante figlie col passare del tempo saranno identiche in tutto e per tutto alla pianta madre, perché sull’aspetto, la salute e la produttività di una specie incide anche una grande serie di altri fattori oltre alle caratteristiche genetiche: microclima del luogo in cui viene trapiantata, eventuali potature, concimazioni, irrigazioni, insomma tutto quello che dipende sia dall’ambiente pedoclimatico sia dalla nostra gestione.

Quali piante si moltiplicano per talea

La talea si può praticare per moltissime piante da frutto, ornamentali e aromatiche, e anche per le piante grasse.

Possiamo quindi propagare specie aromatiche come rosmarino, salvia, menta, lavanda, alloro, timo eccetera, ma anche innumerevoli arbusti ornamentali tra cui l’oleandro, la buddleia, la forsizia, la rosa, la bouganvillea, e il glicine e tantissimi altri.

talea di rosmarino

Su molte piante da frutto la faccenda è un po’ più complicata perché queste piante sono composte da un portinnesto e dal nesto, ovvero la parte che fruttifica, e di conseguenza con la talea avremo un individuo unico che avrà sia la parte aerea che quella radicale corrispondente al nesto, e pertanto si mostrerà diversa rispetto alla pianta madre che invece ha un apparato radicale di altro tipo. Ma potremo sempre innestare questa pianta su un portinnesto come quello della pianta madre, da soli o con l’aiuto di esperti.

Tipi di talee

A seconda di come vengono eseguite e della natura erbacea o legnosa delle parti messe a radicare, si hanno diversi tipi di talea.

Talee erbacee

Vengono prelevate da piante erbacee, come nel caso della menta o della melissa, ma anche di altre specie ornamentali che non lignificano o che lignificano poco.

Talee legnose o semilegnose

Sono quelle prelevate da fusti o rami, generalmente in autunno. Per fico e olivo si possono prelevare rami lignificati di 2 o 3 anni, poi ci sono rametti parzialmente lignificati come nel caso di rosmarino, lavanda e salvia.

La talea di femminelle di pomodoro

Una specie di talea che si può realizzare nell’orto estivo è quella di pomodoro, nell’atto di eliminare le femminelle possiamo decidere di utilizzarle per propagare nuove piante.

Sappiamo che queste femminelle possono trovare già utilizzo per la preparazione di un estratto che allontana i parassiti dei cavoli in modo del tutto ecologico, ma è possibile anche usarle metterle a radicare e farne nuove piantine di pomodoro.

Articolo di Sara Petrucci.

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