Il cotogno è un albero da frutto antico: sono oltre 2000 anni che viene conosciuto e coltivato. Sembra sia originario di Creta, il suo nome scientifico Cydonia oblonga potrebbe derivare proprio dall’antico nome dell’isola greca.

Anche se viene chiamato spesso melo cotogno e a volte pero cotogno, quest’albero non è in realtà una sotto varietà del melo, ma piuttosto una pianta con caratteristiche proprie, a melo e pero la accomuna l’appartenenza alla classe delle pomacee.

cotogno

Oggi si considera un frutto minore, o frutto antico, ed è un poco in disuso. Commercialmente hanno avuto più successo le mele, decisamente più dolci, anche se la mela cotogna merita di esser riscoperta per il suo sapore particolare, adatto soprattutto a preparare confetture oppure nella buonissima cotognata.

La coltivazione del cotogno è abbastanza simile a quella del melo e possiamo con successo gestire questa pianta in un frutteto biologico, o comunque impiegando solo metodi naturali. Vediamo nei dettagli le caratteristiche della pianta, del luogo adatto a impiantarla e la tecnica colturale, dalla messa a dimora alle potature.

Il cotogno: caratteristiche

Il cotogno è l’unica specie del genere Cydonia, appartiene alla numerosa famiglia delle rosacee e la classifichiamo tra gli alberi da frutto come pomacea (al pari dei già citati melo, pero e nashi), si tratta di un albero di dimensioni abbastanza modeste.

La sua chioma tende ad essere regolare e armoniosa già in modo naturale, possiamo poi disciplinarla con le giuste operazioni di potatura che vederemo in seguito, si tratta comunque di un albero di buon effetto ornamentale in contesti di giardino. Ha foglie verdi, coperte da una leggera peluria e lunghe circa 8 cm, che cadono d’inverno. L’albero di cotogno fiorisce in tarda primavera o all’inizio dell’estate, in genere a maggio.

Il frutto del cotogno

Il frutto assomiglia molto ad una mela, sovente deforme. Quando è acerbo si presenta coperto di una peluria bianchiccia, che perde con la maturazione, rivelando una buccia di un bel giallo. la polpa è di color chiaro e ossidabile se esposta all’ossigeno, i semi sono numerosi, disposti in doppia fila al centro del frutto, circondati da una mucillaggine.

Clima e terreno adatti

Clima. Il melo cotogno è un albero tollerante al freddo, il periodo di fioritura quasi estivo mette al riparo la pianta dal rischio di gelate tardive. Si tratta quindi di una pianta rustica, che  può esser coltivata in diverse zone d’Italia. Anche se tollera bene la calura estiva in zone troppo calde può avere problemi a produrre per mancanza di ore di freddo invernali.

Esposizione. Si tratta di una specie che produce bene in esposizione di pieno sole, mediamente riparata dal vento.

Terreno indicato. Si tratta di un albero da frutto che ha una buona capacità di adattamento a diversi tipi di terreno e che si accontenta anche di un suolo povero, purché non vi sia eccesso di calcare e ristagno idrico. Il ph del suolo deve essere acido oppure sub acido.

Piantare un melo cotogno

Il momento giusto per piantare a dimora un alberello di cotogne è il periodo di stasi vegetativa, da novembre fino all’inizio della primavera. Dove il clima è rigido conviene attendere fine febbraio per non esporre la piantina appena trapiantata a gelate intense.

Il portinnesto. Prima di piantare un melo cotogno è bene scegliere la pianta che più si adatta alle caratteristiche del suolo in cui verrà messa a dimora. In questo è importante la scelta del portinnesto, su cui possiamo farci consigliare nel vivaio. Per l’albero di mele cotogne si possono usare gli stessi portinnesti del pero, in genere si sceglie il cotogno selvatico.

Impollinazione e varietà. La maggior parte delle varietà di cotogno sono autosterili, per cui per avere produzione è importante avere due varietà differenti. Anche le varietà autofertili danno miglior risultato con impollinazione incrociata, ragion per cui bisogna sempre pensare ad avere più di una varietà ai fini di una buona impollinazione.

Lo scavo della buca. Una volta decisa la varietà e ottenuta la pianta procediamo con la messa a dimora. Per piantare un cotogno per prima cosa dobbiamo scavare una buca 50 x 50 x 50 cm, in modo che le radici abbiano abbondante terreno smosso in cui svilupparsi. Durante lo scavo vale la pena tenere separata la terra più superficiale, sede di microrganismi aerobi, da quella di profondità, al momento di riempire è bene mantenere lo stesso ordine, per mantenere al meglio la fertilità.

La messa a dimora. L’alberello a radice nuda va posizionato nella buca, riempiendo di terra facendo attenzione che l’arbusto resti ben dritto e alla giusta altezza, si prenda il colletto come riferimento. Negli ultimi 10 cm di terriccio possiamo mescolare del compost o letame ben maturo, come concimazione. Una volta riempita completamente la buca compattiamo la terra vicino all’alberello appena piantato e irrighiamo abbondantemente.

Sesti di impianto. La distanza tra una pianta e l’altra dipende dal portinnesto scelto (se più o meno vigoroso) e dalla forma di allevamento (se piatta o in volume). In media il cotogno tenuto a palmetta si distanzia 3 metri dalle altre piante e 4 metri sulle file, se invece si tiene la pianta a vaso bisognerà stare più larghi, tenendo 5-6 metri tra gli alberi.

Coltivare cotogno in vaso

La coltivazione in vaso del cotogno è possibile, anche se non ci si dovrà aspettare grandi risultati in termini di produzione e di dimensione della pianta. Serve un contenitore di grande dimensione, da riempire con un terriccio tendente all’acido e ben concimato, la pianta dovrà poi esser bagnata con regolarità.

Visto che il melo e il pero sono piante molto più diffuse è semplice trovare varietà nane, che sono decisamente più indicate da tenere in vaso. Per questo potrebbe essere preferibile scegliere una di queste specie, piuttosto che costringere un cotogno in uno spazio che col tempo si rivelerebbe angusto.

La coltivazione delle mele cotogne

Irrigazione. In alcuni casi risulta utile irrigare il cotogno, in particolari in estati particolarmente aride, considerando anche che la pianta fruttifica proprio nei mesi più caldi. L’impianto a goccia è il metodo migliore, anche allo scopo di prevenire problemi di malattie dovute all’eccesso di umidità nella chioma.

Gestione del suolo. La gestione del terreno del frutteto si può effettuare in vari modi, in genere si sceglie in base alle caratteristiche della propria coltivazione. Un metodo molto vantaggioso, per il poco lavoro che comporta, è l’inerbimento controllato, magari integrato da un poco di pacciamatura nei pressi delle piante.

Concimazione. Ogni anno è bene reintegrare l’apporto di nutrimenti, come spiegato nell’articolo sulla concimazione del frutteto.

mela cotogna

Come potare il melo cotogno

Forma di allevamento. Come anticipato parlando di sesti d’impianto le due forme di allevamento più diffuse per il cotogno sono palmetta e vaso, la prima è indicata per frutteti professionali, mentre in giardino si preferisce mantenere la chioma in volume, per cui si alleva l’albero a vaso oppure a globo. Un approfondimento interessante è l’articolo dedicato alle forme migliori per il frutteto.

Potatura. Il cotogno è una pianta che per sua natura ha una chioma abbastanza ordinata, per questo le esigenze di taglio sono limitate. L’importante è curare la manutenzione, eliminando parti secche o malate, ma anche parti improduttive (succhioni e polloni basali). Una volta all’anno possiamo fare un lavoro più di selezione, sfoltendo eventuali zone troppo fitte e accorciando rami anziani con tagli di ritorno. In questo caso è importante lasciare i rami carichi di brindilli, che sono la formazione chiave per la produzione di gemme da fiore.

Diradare i frutti. Anche sul cotogno può essere utile diradare i frutticini, anche se meno spesso rispetto al melo. Conviene valutare ogni annata se è il caso di togliere frutti in eccesso, allo scopo di favorire in qualità e pezzatura quelli che restano. L’albero tende a fare spesso una cascola naturale, regolandosi in autonomia.

Approfondimento: potare il cotogno

Malattie e insetti nocivi

Le avversità che possono affliggere questa coltura sono in tutto e per tutto simili a quelle che colpiscono le altre pomacee, per cui melo e pero. Si suggerisce quindi la lettura dei seguenti testi:

Clorosi del cotogno. Un eventuale ingiallimento fogliare potrebbe essere non una patologia vera e propria ma una fisiopatia, dovuta a un terreno calcareo che inibisce l’assorbimento di microelementi utili.

Raccolta delle mele cotogne

Il raccolto avviene a maturazione, che a seconda di clima e varietà spazia durante l’autunno, in genere tra settembre e ottobre. Da quando la mela cotogna  peluria sul cotognoperde la peluria sulla buccia e si colora di giallo è meglio aspettare un poco a cogliere, il momento giusto possiamo riconoscerlo a naso, visto l’ottimo profumo di questi frutti, oppure provando a staccarli e verificando quanto è saldo il picciolo. A frutto maturo sarà semplicissimo staccare a mano la mela cotogna dal ramo.

Utilizzo delle mele cotogne

Le mele cotogne in genere non si mangiano crude, perché la polpa tende ad essere astringente e acida, anche se ha un gusto e un profumo peculiari e molto gradevoli. Più spesso vengono utilizzate per marmellate e dolci o comunque cotte. La confettura e la cotognata sono certamente i prodotti più celebri realizzati con questo frutto, in abbinamento con lo zucchero il risultato è perfetto.

Le varietà del frutto

Ci sono svariati tipi di cotogno, possiamo operare una prima suddivisione secondo la forma del frutto, dividendo in meliformi, che quindi assomigliano alla mela, e periformi, chiamate anche pere cotogne, perché appunto ricordano più la pera. Altra classificazione importante sta nell’individuare i cotogni ornamentali o cotogni da fiore, che si tengono nei giardini per scopi diversi rispetto ai cotogni produttivi.

Meliformi: varietà di mela cotogna

Tra i maliformi ricordiamo il cotogno Tencara, selezionato in Emilia e molto produttivo, il Champion, caratterizzato da frutti piccoli e da un portamento di dimensione modesta e il cotogno del Portogallo, riconoscibile per le costolature sui frutti (che lo rendono anche abbastanza noioso da sbucciare).

Periformi: varietà di pera cotogna

Le pere cotogne sono disponibili in varietà diverse: il Lescovatz e il Gigante di Vrania hanno piante molto vigorose e sono ottimi impollinatori, il Berecksi ha un frutto molto profumato ma è poco produttivo.

Articolo di Matteo Cereda

. Ultima foto: Andrea Sardu.

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