La carpocapsa (Cydia pomonella) è uno dei principali parassiti del frutteto e attacca soprattutto le piante pomacee. Non per niente viene chiamato comunemente “verme delle mele”, anche se i suoi danni oltre al melo colpiscono anche pero, cotogno e noce.

L’insetto è un lepidottero, l’appellativo “verme” fa riferimento alle larve che entrano nei frutti, provocando il danno vero e proprio portato alle colture, sugli alberi colpiti la carpocapsa può arrivare a determinare la perdita totale del raccolto.

pera danneggiata dalla carpocapsa

Fortunatamente oggi sono disponibili svariati metodi di difesa da questo parassita, e anche il frutticoltore biologico può scegliere tra diverse soluzioni. Come per la difesa dalle altre avversità, anche nel caso della Carpocapsa l’importante è agire in modo pronto e costante, possibilmente attraverso più strategie di intervento combinate. Scopriamo quindi come difendere i frutti dalla carpocapsa, sia in contesto di frutteto familiare che in agricoltura biologica professionale.

Conoscere la carpocapsa

Per ottenere i risultati migliori bisogna innanzitutto conoscere l’insetto e il suo ciclo biologico. Solo così si può essere capaci di individuare per tempo la minaccia e di attuare gli interventi preventivi o di contrasto nel periodo giusto. L’adulto della carpocapsa è una piccola farfalla di 15-22 mm di apertura alare, con ali anteriori di colore grigiastro e striature trasversali color bronzo. Le larve giovani sono bianche con capo scuro, poi diventano giallastre e infine rosee. Gli stadi larvali sono 5 e la lunghezza finale della larva all’ultimo stadio è di circa 20 mm.

Gli individui adulti di questo lepidottero sfarfallano tra aprile e maggio, dopo aver passato l’inverno allo stadio larvale protetti in bozzoli, sotto le placche della corteccia degli alberi. Dopo lo sfarfallamento, quando le temperature medie sono di 15-16 °C la carpocapsa depone le uova sulle foglie e sui frutti, da queste nascono le temute larve, responsabili del danno alla coltura. Le larve infatti penetrano nei frutti e scavano gallerie nella polpa, mangiandola e portandola a deperimento. Una volta completato il loro sviluppo, fuoriescono dalla frutta per imbozzolarsi sui rami o sul tronco e portare a termine la loro metamorfosi, che passa attraverso lo stadio di crisalide per poi arrivare alla fase adulta. I frutti attaccati cadono o restano attaccati alla pianta ma in ogni caso non sono più commestibili.

La carpocapsa riesce a compiere due o tre generazioni l’anno, l’ultima delle quali si sviluppa tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Ogni femmina nella sua vita genera mediamente 60-80 uova, che vengono deposte isolatamente.

Considerati la biologia e il comportamento di questo insetto, appare chiaro quanto sia importante una buona difesa fitosanitaria per poter raccogliere frutti sani e abbondanti e non vanificare tutto il lavoro precedente di impianto, potature e concimazioni del frutteto. Vediamo quindi quali sono i metodi più efficaci ed ecologici per monitorare e per tenere sotto controllo questo insetto insidioso.

Prevenire e catturare questo lepidottero

Una volta che le uova della carpocapsa sono state deposte nel frutto non c’è più molto da fare, i consigli che si possono dare sono quindi focalizzati sulla prevenzione: per evitare di trovare le larve nelle mele o nelle pere del nostro frutteto dobbiamo quindi intervenire prima che nascano e possiamo farlo solo contrastando l’insetto adulto.

Reti antinsetto

Le reti antinsetto, messe a copertura totale della chioma dopo l’allegagione dei frutti, sono un’ottima barriera alle ovideposizioni. La spesa per acquistarle ed eventualmente per allestire un sistema efficace di copertura e scopertura dei filari è piuttosto consistente, ma nella frutticoltura biologica professionale si tratta di un investimento da valutare, anche perché è durevole e può essere coniugato alla protezione dalla grandine.
Se si hanno poche piante le reti vengono semplicemente avvolte alle chiome con l’ausilio di una scala.

Trappole contro la carpocapsa

Le trappole per la cattura degli insetti hanno fondamentalmente due scopi: monitorare e ridurre la popolazione della carpocapsa.

  • Il monitoraggio della loro presenza, che consente di individuare il momento opportuno per eseguire i trattamenti.
  • La cattura vera e propria, detta anche “cattura massale”, che punta a ridurre in modo sostanziale la presenza dell’insetto.

Fare monitoraggio con le trappole

I sistemi di monitoraggio sono molto utili per darci una visione tempestiva della presenza dell’insetto.

Le trappole per il monitoraggio devono essere installate presto, indicativamente a fine aprile. Queste trappole possono essere a feromoni, alimentari, oppure cromotropiche. Dopo averle installate bisogna controllare settimanalmente le catture e quando si notano due adulti di carpocapsa per trappola in una settimana è il momento di iniziare ad intervenire, si è raggiunta cioè la “soglia di danno”.

Con trappole a feromoni se ne mettono un numero limitato per monitorare, 2 o 3 per ettaro, mentre la trappola alimentare o cromotropica richiede di presidiare maggiormente il frutteto.

Un esempio di trappola adatta sia per il monitoraggio che per la cattura massale è Sfera Trap, trappola cromotropica di forma sferica e di colore giallo. La sfera è provvista di un Led in cui inserire due pile da 1,5 V, e in questo modo si illumina di notte e funziona continuativamente. Prima di appenderla deve essere coperta da pellicola trasparente e cosparsa di colla. Gli insetti dannosi (la carpocapsa ma anche vespe, mosche e calabroni) vi resteranno incollati. Al fine del monitoraggio potremo osservare le catture e individuare tra queste gli esemplari di carpocapsa.

Un tipo di monitoraggio alternativo e più semplice è quello sui frutti: la soglia di danno in questo caso è l’1% di frutti con fori di penetrazione della larva. Ovviamente questo controllo inizia a partire dalla fruttificazione ed è quindi più tardivo rispetto al trappolaggio.

Trappole fai da te contro le larve svernanti

In frutteti amatoriali con pochi esemplari di meli e di peri verso la fine dell’estate è consigliato avvolgere il tronco delle piante con una fascia di cartone ondulato, perché le larve che si preparano a svernare vi faranno i bozzoli e in questo modo potranno essere eliminate. A fine inverno potremo avvolgere il cartone all’interno di una rete con maglie di 3 mm perché questo consente la fuoriuscita degli insetti innocui e trattiene quelli della carpocapsa. Questo può essere un buon metodo fai da te per liberarsi di un buon numero di insetti senza usare prodotti.

Le trappole alimentari

Le trappole alimentari, come quelle di tipo Tap Trap, sono molto efficaci nel controllo di numerosi insetti dannosi e la carpocapsa è uno di questi.
Tap Trap è un tappo trappola di plastica gialla, che si aggancia al collo di una bottiglia di plastica precedentemente riempita dell’apposita esca alimentare. Gli insetti, già avvicinati dal colore giallo, sono attratti dall’odore sprigionato dall’esca, entrano nella bottiglia ma non sono poi più capaci di uscire e vi annegano.

Quale esca usare per la carpocapsa. Nelle bottiglie usate con Tap Trap per la cattura della carpocapsa si consiglia di mettere un’esca preparata con la seguente ricetta: prendere 1 litro di vino, aggiungerci 6-7 cucchiai di zucchero, aromatizzare con 15 chiodi di garofano e mezza stecca di cannella. Lasciare macerare il tutto per circa 15 giorni e poi diluire con 3 litri di acqua. In questo modo si ottengono in tutto 4 litri di esca, da usare per 8 bottiglie trappola, ovvero mezzo litro ciascuna.

Vaso trap

Alternativo al classico Tap Trap è il Vaso Trap, tappo giallo, di forma leggermente diversa perché pensato per essere utilizzato con un barattolo di vetro invece della bottiglia. Allo scopo sono ottimi i barattoli di miele da 1 kg. La ricetta consigliata è la stessa per Tap Trap, solo che in questo caso si possono riempire molti più vasi trappola, indicativamente 11.

Insetticidi e lotta biologica contro la carpocapsa

Contro le forme svernanti di carpocapsa si possono fare trattamenti autunnali con nematodi entomoparassiti, ovvero che parassitizzano l’insetto come lo Steinernema carpocapsae, o lo Steinernema feltiae. Questo metodo consente un’apprezzabile riduzione di insetti nella stagione successiva. Si tratta di un tipo di trattamento efficace soprattutto in condizioni di elevata umidità di aria e vegetazione, l’ideale è eseguirli dopo una pioggia, ed è importante farlo in orario serale, visto che i nematodi sono sensibili ai raggi ultravioletti.

Un altro prodotto ecologico e ben sperimentato contro la carpocapsa è il Granulosis virus che agisce specificatamente sui lepidotteri ed è altamente selettivo perché ve ne sono diversi ceppi specifici, tra cui proprio quello adatto alla difesa dalla carpocapsa. I prodotti commerciali sono sospensioni da diluire in acqua e irrorare sulle piante nel periodo in cui le uova della carpocapsa iniziano a schiudere, perché agisce sulle larve. Per individuare il momento giusto in cui effettuare il trattamento ci si basa sulle trappole di monitoraggio e sui bollettini fitopatologici locali, ma indicativamente a maggio inoltrato le larve di solito sono presenti. I primi adulti di carpocapsa che sfarfallano depongono le uova soprattutto sulle foglie, quindi un trattamento in questa fase può rivelarsi molto proficuo.

Lo Spinosad infine è un insetticida consentito in agricoltura biologica ed efficace contro vari insetti parassiti del frutteto e dell’orto, questo trattamento agisce anche contro la carpocapsa. Generalmente il prodotto commerciale è abbastanza costoso, ma deve essere utilizzato molto diluito (nell’ordine di 15 ml in 100 litri di acqua), ha molteplici utilizzi e una buona riuscita.

In un contesto di difesa biologica si può usare anche l’olio essenziale di arancio dolce, metodo ecologico meno efficace dello spinosad ma più naturale.

Feromoni sessuali

Il metodo della confusione sessuale evita ai maschi di trovare le femmine, grazie alla diffusione nell’ambiente di feromoni sessuali di sintesi. Questo ha un impatto negativo sulla moltiplicazione dell’insetto e quindi consente . Infatti quando i maschi non riescono a localizzare le femmine non avvengono gli accoppiamenti. Nei frutteti professionali della superficie di almeno un ettaro è certamente un metodo efficace e ormai da tempo consolidato.

Ci sono anche trappole a feromoni per la cattura massale, che attraggono gli insetti con il feromone e sono cosparse di colla. Queste sono trappole molto selettive poiché il diffusore emette solo gli specifici feromoni dell’insetto bersaglio, risparmiando tutti gli altri.

Articolo di Sara Petrucci

difesa solabiol

Ti è piaciuto questo articolo? Lascia un commento. Per restare in contatto puoi iscriverti alla newsletter o seguire la pagina Instagram e Facebook.