Fare un orto biologico non vuol dire non fare nulla per difendere le piante da malattie e parassiti, significa semplicemente evitare di avvelenare il suolo e gli ortaggi con prodotti chimici e cercare invece rimedi naturali. Il bello è anche che molti di questi sistemi di difesa dell’agricoltura biologica possono essere autoprodotti, con quello che la natura stessa ci regala, per cui si evita anche di spendere inutilmente in prodotti fitosanitari.

Uno dei preparati più utili per l’orticoltore bio è il decotto di equiseto, che può prevenire e contenere molte delle malattie crittogamiche che potrebbero aggredire le nostre verdure, in alternativa al decotto si può fare un macerato sempre utilizzando piante di equiseto secche o fresche.

equiseto arvense

Vediamo quindi come prepararlo nel dettaglio e poi come e quando utilizzarlo nel nostro orto. Se vi interessa poi approfondire questo e tanti altri metodi per non usare prodotti chimici e curare le piante vi consigliamo la lettura dell’ottimo manuale su come difendere l’orto con metodi naturali.

Conoscere e riconoscere la pianta di equiseto

fusto verde di equiseto

fusto con spore

Fusto con spore di equiseto

L’equiseto: pianta e riconoscimento. Si tratta di una pianta spontanea che cresce nei terreni umidi o sulle rive dei fossi ed è molto diffusa, parliamo quindi di un ingrediente facilmente e gratuitamente reperibile. Il nome scientifico è Equisetum arvense ma nella tradizione popolare viene chiamato anche erba cavallina o coda cavallina. A primavera l’equiseto fa uno stelo giallognolo con un cappuccio più scuro come fosse un fungo, infatti fa spore invece di semi, mentre in estate esce lo stelo verde, quello che è da raccogliere, che si riconosce per le foglie sottilissime simili ad aghi o peli. Essendo una pianta molto particolare è semplicissimo riconoscere l’equiseto, cercatelo nelle aree umide dei campi o in riva ai torrenti.

Come protegge. L’equiseto rinforza le piante contro le malattie crittogamiche perché contiene tantissimo silice che va a rinforzare i tessuti delle piante orticole e aiuta a renderle meno sensibili a muffe e funghi (peronospora, marciume radicale, mal bianco, …). Il decotto di equiseto aiuta anche a difendersi dagli afidi.

Fare il decotto di equiseto

Preparare il decotto di equiseto non è difficile: si prendono 100 grammi di pianta secca, oppure 300 grammi di pianta fresca, per ogni litro di acqua, si porta a ebollizione, si spegne il fuoco e si lascia raffreddare.

A questo punto si filtra e si diluisce il composto uno a cinque con acqua. Come vedete è davvero semplicissimo ottenere il decotto di equiseto, che è pronto da impiegare in campo.

Usare il decotto nell’orto

L’equiseto in decotto ha tre utilizzi: per via fogliare, sul terreno, sulle radici al trapianto. Inutile dire che a differenza degli anticrittogamici chimici l’equiseto si può usare senza paura di avvelenare il terreno o la verdura e che se esagerate con le dosi non succede niente di male.

Uso sulle foglie. Il decotto si usa per le innaffiature a foglia, diluendolo nuovamente 1 a 5, se l’orto non è molto grande si può usare un innaffiatoio da 5 litri (che aiuta anche nel dosare), altrimenti l’apposita pompa per spruzzare i trattamenti. Il decotto di equiseto per via fogliare è utile in particolare per prevenire o contenere l’oidio (mal bianco tipico di varie piante e in particolare di zucche e zucchine). Conviene trattare ogni 20 giorni, se ci sono malattie in corso fare trattamenti ripetuti e frequenti. I trattamenti vanno fatti in giornate non troppo umide ma non sotto il sole battente.

Uso sul terreno. Utile per combattere i marciumi radicali e per salvaguardare i tuberi e le parti sotterranee degli ortaggi. Il decotto si diluisce esattamente come quello dato a foglia e si distribuisce sul terreno ogni due o tre settimane.

Uso al trapianto. Prima di mettere a dimora le piantine mettete il pane di terra a bagno nel decotto per pochi secondi, in questo modo le radici beneficiano dell’equiseto e sarà più difficile che la piantina si ammali per le spore presenti nel terreno.

Il macerato di equiseto

bidoni per l'acquaUn altro metodo per usare l’equiseto: il macerato. Un’altra possibilità di utilizzo dell’equiseto è farlo in forma di macerato, si lascia fermentare in un contenitore 100 grammi di pianta fresca ogni litro di acqua, si filtra e poi lo si diluisce uno a cinque. Il tempo di macerazione deve essere di 7-10 giorni (vi accorgete che è quasi pronto quando inizia a schiumare in superficie, a quel punto si aspettano un paio di giorni).

Il decotto riesce ad estrarre meglio le sostanze utili dalla pianta, il macerato di equiseto ha il pregio di non richiedere cottura e quindi è molto più semplice da ottenere. L’utilizzo di macerato e decotto è analogo.

L’equiseto come anticrittogamico

La pianta di equiseto ha una grandissima ricchezza di proprietà, in particolare ha un alto contenuto di sali minerali, che arrivano quasi al 20% sulla materia totale. Un terzo di questi sali è silice, che è presente in due forme (solubile e insolubile). Questi elementi possono corroborare la pianta, aiutandola ad essere più resistente agli agenti patogeni.

Non si tratta di un fungicida, quindi non bisogna pretende che il decotto di equiseto possa curare malattie in corso, ma di un accorgimento preventivo.  Come molti rimedi naturali non è un prodotto miracoloso, si tratta di un aiuto alle difese naturali della pianta, ma è realmente efficace nel ridurre i problemi. Una buona difesa biologica parte dal creare un ambiente sano, a cominciare da un terreno drenante e ricco di humus, l’equiseto si inserisce in questa strategia.

I classici rimedi anticrittogamici dell’agricoltura biologica, rame e zolfo, non sono esenti da conseguenze negative a livello ecologico, meglio imparare metodiche alternative che consentano di ridurne l’impiego.

In commercio ci sono anche prodotti antricrittogamici che partono dall’azione di questa pianta spontanea, ad esempio quello prodotto da Solabiol, chi non riuscisse a trovare la pianta di equiseto o è pigro e non ha voglia di mettersi a fare il decotto può acquistarli. Io consiglio sempre quando è possibile di impiegare macerati fatti in proprio, non solo per ragioni economiche: l’orto in questo modo darà maggiori soddisfazioni.

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Articolo di Matteo Cereda

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