Il cavolo cappuccio è un ortaggio meraviglioso. Il suo compatto cespo a palla ha una bellezza pari a quella di molti fiori ed è composto da numerose foglie sovrapposte strato dopo strato. Se si prende un cavolo di colore rosso e lo si taglia a metà quello che si vede è un vero spettacolo, un quadro astratto naturale.

Ma non solo: il cappuccio è molto buono e ricco di proprietà nutritive benefiche, si consuma sia crudo che cotto ed è la verdura utilizzata per i famosi crauti. Aggiungendo che si tratta di una pianta semplice da coltivare e che resiste molto bene al freddo si capisce come mai questa coltura non dovrebbe mancare in ogni orto familiare.

cavolo capuccio

La pianta assomiglia a quella della verza, caratterizzata dalla palla centrale sorretta da un fusto robusto e circondata di foglie. Esistono molte varietà di cavolo cappuccio, le due differenze più interessanti tra i vari tipi sono il colore (esistono cavoli verdi ma anche rossi o viola) e il ciclo colturale (esistono varietà a semina primaverile e altre adatte alla coltivazione autunnale).

Clima e terreno adatti

La pianta di cavolo cappuccio (Brassica oleracea capitata) fa parte della famiglia delle crucifere o brassicacee, come cavolfiore, cavolo nero e broccoli, specie con cui condivide molte caratteristiche.

Clima. Il cappuccio è una verdura “nordica”, questo cavolo vive bene attorno ai sedici gradi e teme il caldo eccessivo, mentre resiste bene al freddo. Per questo è considerato un ortaggio invernale, anche se ci sono anche varietà a ciclo primaverile. Preferisce le piogge all’aridità, che può danneggiarlo.

Terreno. Per coltivare il crauto è opportuno avere un terreno non acido e ben drenante. A parte questo il cavolo si adatta molto bene, richiede una buona presenza di sostanza organica, per cui è opportuno preparare la terra con una bella vangatura accompagnata da una buona dose di compost maturo o di letame. La presenza di sostanza è utile in particolare a favorire la ritenzione idrica, evitando che il suolo si secchi, a questo proposito benissimo usare anche humus di lombrico.

La semina del cavolo cappuccio

Periodo di semina. Il cavolo cappuccio si può seminare per gran parte dell’anno: da gennaio a settembre, bisogna però scegliere la varietà adeguata al periodo di semina. Le varietà primaverili si seminano a gennaio o febbraio in semenzaio riscaldato oppure tra marzo e aprile, i cavoli autunnali si mettono a giugno, mentre si seminano da fine luglio fino a tutto settembre quelli invernali. In genere è coltivato più spesso come ortaggio invernale, visto che mente d’estate sono molte le piante coltivabili, quando arriva il freddo ci sono meno possibilità e il cappuccio diventa una buona risorsa per sfruttare l’orto.

Tipo di semina. La cosa migliore è mettere i semini in vaschetta da tenere in semenzaio, per trapiantarli dopo 45-60 giorni, se invece si sceglie la semina diretta in campo bisogna ricordarsi di mettere più di un seme in ogni buchetta, diradando in seguito. In questo modo se non germina qualche semino c’è pronta una riserva, evitando di lasciare spazi vuoti nell’orto. Questo metodo permette di riparare le giovani piantine dal freddo (in caso di semina primaverile) e dal caldo (nella semina estiva per la coltivazione autunnale).

Sesto di impianto. Il cappuccio è una pianta abbastanza ingombrante e chiede un buono spazio nell’appezzamento. Ogni pianta dovrebbe stare ad almeno 50 cm di distanza dalle altre, in modo che possa svilupparsi correttamente. Tra le file si possono lasciare 60-70 cm per un più comodo passaggio.

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Tecniche colturali

La coltivazione del cappuccio ha molto in comune con gli altri cavoli, per cui valgono le indicazioni generali su come coltivare i cavoli. Vediamo qui punto per punto alcune indicazioni specifiche per il cavolo cappuccio.

cavolo

Irrigazione e pacciamatura. Il terreno dove è coltivato il cavolo non deve mai seccarsi, per questo è opportuno fare attenzione e irrigare al bisogno. Importante evitare di bagnare le foglie ma dirigere l’acqua sul terreno, si prevengono così molti problemi della pianta, il metodo a goccia in questo è ottimale. Sempre per via del fatto che il cappuccio ama la terra umida risulta positivo pacciamare, risparmiando all’orticoltore anche di dover togliere le erbacce dall’appezzamento.

Sarchiatura e rincalzo. Zappettare il terreno dell’orto è sempre una buona pratica, perché ossigena il terreno e tiene lontane le erbacce, bisogna però fare attenzione coltivando i cavoli a non danneggiarne le radici, che sono piuttosto superficiali. Si può riportare un po’ di terra alla base della pianta quando arriva a 30 centimetri di altezza, con questa operazione di rincalzo si aiuta a tener stabile il fusto che sorreggerà la palla.

Consociazione. Come tutti i cavoli anche il cappuccio beneficia della vicinanza con le piante di pomodoro, visto che la cavolaia non ama le solanacee, altri buoni vicini sono peperone, melanzana, patate e tutti i legumi. Naturalmente nell’orto invernale le solanacee (pomodoro, peperone, melanzana, patate) non si potranno accostare, vedi quali sono gli ortaggi invernali.

Rotazione colturale. Come rotazione colturale è importante non piantare il cavolo cappuccio in seguito ad altre piante crucifere, l’ideale è aspettare almeno tre anni. Con questa rotazione si prevengono molti problemi di malattie funginee.

Malattie e parassiti dei cavoli

I nemici del cavolo cappuccio sono gli stessi già descritti per la verza, sia come malattie che come insetti. Per quanto riguarda le malattie della pianta ricordiamo l’ernia del cavolo, l’alternaria, la peronospora e il marciume nero. Come insetti sono da temere la cavolaia, gli afidi, la mosca del cavolo e l’altica. Si può approfondire a questo proposito leggendo l’articolo su come coltivare la verza alla sezione dedicata a insetti e malattie, e anche consultando le schede specifiche dedicate ad alcuni di questi insetti:

Raccolta e utilizzo

Raccolta. Il cappuccio si coglie quando il cespo ha raggiunto una buona dimensione ed è ancora compatto e sodo al tatto. Come tutte le verdure a foglia anche il crauto non ha maturazione, si può raccogliere e consumare in qualsiasi momento. Aspettare che la palla del cavolo cresca è opportuno perché il raccolto sia soddisfacente, se si prende quando è piccola si ottiene un raccolto scarso in termini di quantità.

Il cavolo in cucina. Questo ortaggio si può cucinare in molti modi, il più semplice è quello di farlo in insalata, tagliando il cespo a fette molto sottili da consumare crudo, condito con olio e aceto oppure con olio e limone. Mangiare il cavolo crudo permette di massimizzare i benefici e le proprietà curative per l’organismo. Volendo fare il cappuccio cotto si può stufare in padella. La preparazione più celebre sono i crauti, tipico contorno tedesco per salsicce o wurstel, e consiste nella fermentazione controllata delle foglie del cavolo.

Proprietà nutritive e benefici

Il cavolo cappuccio è ottimo per l’organismo, in particolare è ricco di vitamine A, C, B1 e B2. Per sfruttare al meglio i suoi principi nutritivi e curativi bisogna mangiarlo crudo.

Ha un effetto positivo sull’apparato digerente e nel rafforzare il sistema immunitario. I crauti viola hanno un alto contenuto di sostanze antiossidanti, con effetto di aiutare la prevenzione dei tumori.

crauti crudi viola

Varietà di cavolo cappuccio

Sono molte le varietà di cavolo cappuccio che si possono coltivare, ne ricordiamo qui solo alcune. Le due grandi divisioni sono legate al colore delle foglie (cavoli rossi, cavoli viola, cavoli bianchi e cavoli verdi), alla durata del ciclo colturale (precoci e tardivi) e al periodo indicato per la semina (primaverile o estiva).

Varietà di cavolo a semina primaverile:

  • Cavolo viola Amarant (come dice il nome è violaceo).
  • Cavolo cuore di bue (varietà precoce di cavolo cappuccio, da non confondere con l’omonimo pomodoro)

Come cavoli a semina estiva cito altre varietà:

  • Testa di moro (il classico cavolo viola).
  • Bianco di Braunschweig (varietà di cavolo bianco molto diffusa).

Infine tra i cavoli cappuccio invernali non si può non citare il quintale d’Alsazia, tipico ortaggio usato per fare i crauti, che raggiunge come suggerito nel nome una bella dimensione.

Articolo di Matteo Cereda

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