Tra i vari ortaggi che si possono coltivare nell’orto i peperoncini piccanti sono certamente uno dei più affascinanti e la loro coltivazione appassiona moltissimi coltivatori in tutta Italia.

Esistono centinaia di varietà di peperoncino, a diversi gradi di piccantezza. Quanto il frutto sia piccante dipende dal contenuto di capsaicina, un composto chimico naturalmente presente nel frutto della pianta di peperone. I peperoni dolci sono quelli con frutti a bassissimo contenuto di questa sostanza, mentre in questo articolo ci occupiamo delle cultivar con alto tenore di capsicina. Per misurare quanto un peperoncino sia piccante si impiega una metrica chiamata scala di scoville.

peperoncino rosso

Dal punto di vista della coltivazione i peperoncini non sono particolarmente difficili da far crescere nell’orto e si possono tenere anche in vaso, tuttavia richiedono alcune accortezze nella scelta del periodo di semina. Questo perché alcune cultivar sono piante di origine tropicale e nel nostro clima sopravvivono solo durante i mesi estivi, per ovviare a questo alcuni appassionati si dilettano nella coltivazione indoor.

Varietà: quali peperoncini coltivare

Prima di cominciare a seminare o piantare i peperoncini nell’orto ci troviamo di fronte a una scelta molto interessante: quali varietà di peperoncino coltivare?

Le possibilità sono innumerevoli: esistono moltissimi cultivar di peperoncino, appartenenti a ben 5 specie distinte a livello botanico:

  • Capsicum annuum (a cui appartengono la maggior parte delle varietà)
  • Capsicum baccatum (peperoncini sudamericani, la famiglia degli aji)
  • Capsicum chinense (la specie dei peperoncini più piccanti al mondo, tra cui gli habanero)
  • Capsicum frutescens (peperoncini con piante ad alberello, tra cui il famoso tabasco)
  • Capsicum pubescens (peperoncini messicani come il rocoto)

Possiamo scegliere peperoncini delicati, con una piccantezza bilanciata e molto spazio al sapore (i miei preferiti sono jalapeno e aji amarillo in questo senso), optare per le glorie nazionali (ovvero i peperoncini calabresi, come il diavolicchio) oppure confrontarci con i super piccanti (come naga morich, habanero red savina, carolina reaper). Per sapere quanto un peperoncino sia piccante si tiene conto del punteggio in SHU (Scoville Heat Units), che misura la piccantezza in base al contenuto di capsaicina come stabilito appunto dalla scala di Scoville. Prima di cominciare a coltivare consiglio un approfondimento.

Approfondisci: varietà di peperoncino
varietà di peperoncino

Illustrazione di Marina Fusari

Piante perenni o coltivazione annuale

In molti non sanno che la pianta di peperoncino è perenne, al contrario di molte piante dell’orto che invece sono generalmente biennali. In Italia, per via del clima che prevede un inverno freddo, spesso si tratta il peperoncino come annuale, quindi si semina ogni anno, si arriva al raccolto e poi si toglie la pianta, sapendo che non resisterebbe all’inverno.

Chi invece riesce a tenere al riparo il peperoncino nei mesi freddi può coltivarlo come perenne, evitando di dover ripartire ogni anno con semina e trapianto. Attenzione però che temperature inferiori ai 12 gradi causano sofferenza alla pianta, per cui in genere nel nostro clima non basta una serra fredda o una copertura in tessuto non tessuto per far svernare la pianta.

Dove piantare i peperoncini

Possiamo decidere di coltivare i peperoncini in pieno campo, nelle giuste condizioni di terreno e clima, oppure optare per una coltivazione in vaso e addirittura indoor con una grow box. Se scegliamo di mettere la pianta in contenitore abbiamo la possibilità di scegliere il terriccio, con la coltivazione all’interno si controllano anche le condizioni climatiche a cui viene sottoposta la pianta.

Clima e terreno necessari alla coltivazione in campo

Terreno. La pianta di peperoncino, proprio come quella di peperone, richiede un suolo drenante e molto ricco di sostanza organica, per questo motivo è bene ricordarsi di concimarlo generosamente prima di piantare, impiegando compost e letame ben maturi. Il peperoncino predilige un valore di ph del suolo tra 5,5, e 7 e si trova bene in un substrato moderatamente sabbioso.

Clima adatto. In linea generale le piante di peperoncino richiedono un’ottima esposizione solare e temperature miti, a seconda di quale cultivar si semina ci sono poi differenze, alcune varietà tollerano meglio il freddo, ad esempio i rocoto e l’aji amarillo e altre che invece chiedono più caldo, come i super piccanti carolina reaper e habanero.

Coltivare peperoncini in vaso

La coltivazione del peperoncino in vaso è perfetta per chi non ha a disposizione un orto e vuole tenere sul terrazzo o sul balcone questa pianta. Conviene scegliere una varietà di peperoncino che tende a formare una pianta piccola, in modo che possa stare bene all’interno del contenitore. In ogni caso la misura del vaso deve essere discreta (30 cm di diametro, 30 cm di profondità).

Il vaso deve avere al fondo un drenaggio che eviti ristagni di acqua durante le irrigazioni (uno strato di argilla espansa, ad esempio) e bisogna tenerlo in una posizione soleggiata, valgono le condizioni climatiche già specificate parlando di coltivazione in campo. Il vantaggio di avere una pianta in vaso è di poterla riparare più facilmente.

Oltre ai normali accorgimenti di coltivazione che esporremo di seguito per tenere peperoncini in vaso bisogna ricordarsi di irrigare costantemente e anche di apportare periodiche concimazioni. Il ristretto spazio del contenitore infatti non permette di avere tutte le risorse idriche e nutritive che permettono nell’intero ciclo colturale alla pianta di essere ben produttiva.

Maggiori dettagli li trovate nell’articolo dedicato proprio alla coltivazione di peperoncino sul balcone.

peperoncini in vaso

Peperoni e peperoncini

Coltivazione indoor e growbox

Se vogliamo coltivare peperoncini all’interno di un’abitazione, col vantaggio di controllare ogni aspetto pedoclimatico (quindi temperature, luce, umidità, tipo di terreno) potete costruire una growbox adeguata, che dovrà avere la giusta illuminazione, un sistema di riscaldamento e uno di areazione. Ne ho parlato meglio nell’articolo sulla coltivazione del peperoncino indoor, anche se ammetto che non mi appassiona particolarmente perché trovo sia un sistema un po’ artificiale. Non rinuncerei per nulla al mondo a metter le mani nella terra dell’orto.

Come e quando seminare i peperoncini

La caratteristica importante da sapere è che i peperoncini richiedono temperature elevate per germinare, intorno ai 25 gradi.

Questo volendo seminare direttamente in campo implicherebbe di aspettare il mese di maggio indicativamente (ovviamente dipende poi dall’annata e dalla zona geografica), il rischio è però che sia troppo tardi perché la pianta riesca a far maturare i frutti prima dell’inverno, quindi è molto meglio seminare in un semenzaio riscaldato.

Lo scopo è far nascere le piantine tra febbraio e marzo e trapiantarle poi in campo ad aprile o maggio quando saranno già formate.

Il seme di peperoncino ha un tegumento esterno piuttosto rigido, per cui non è tra i più semplici da far germinare, ma non è comunque un problema, a patto che ci siano le condizioni giuste (calore e umidità).

Tre consigli importanti nella semina:

Se volete far nascere i semi del peperoncino in proprio vi consiglio di leggere la guida dedicata.

Approfondisci: guida alla semina del peperoncino

Preservare i semi

peperoncino semente

Foto di Simone Girolimetto

Una cosa particolarmente appassionante e piuttosto semplice da fare è preservare i semi di peperoncino piccante da un anno all’altro. In questo modo potrete rendere autosufficiente la vostra coltivazione e soprattutto mantenere le cultivar che più vi piacciono.

Ci sono appassionati che “collezionano” e scambiano semi di peperoncino di svariate tipologie. Anche a questo argomento è utile dedicare una guida specifica.

Approfondisci: come preservare i semi di peperoncino

Preparazione del terreno

Prima di trapiantare una piantina di peperoncino bisogna preparare adeguatamente il suolo, questo è molto importante perché la nostra coltura orticola possa trovare l’ambiente giusto in cui radicarsi. L’ideale è muoversi con un buon anticipo, lavorando l’orto almeno 10 giorni prima del trapianto.

Ecco i passaggi che consiglio:

  • Vangatura profonda, preferibilmente eseguita senza rigirare la zolla (mantenendo quindi gli strati del suolo).
  • Concimazione. Io “sponsorizzo l’uso di letame vero e proprio, ben maturo. Un buon quantitativo può essere 3-6 kg a metro quadro, che possiamo sostituire in parte con pari quantità di compost. Se volete impiegare pellettato considerate un decimo del peso (quindi 300-600 grammi a metro). Vale la pena spargere anche altre sostanze arricchenti, ad esempio il litotamnio. Si può approfondire il tema della concimazione leggendo il post dedicato a come concimare i peperoncini piccanti.
  • Zappatura. Il lavoro di zappa serve ad affinare la superficie, rompendo le zolle nei primi 5-10 cm. Mentre si esegue questo si incorpora anche alla terra il letame sparso in superficie.
  • Lavoro di rastrello. Con un rastrello dai denti in ferro passiamo a livellare la superficie.

Trapiantare le piantine

Sia che si abbia seminato in proprio i peperoncini, sia che si siano comprate piantine già pronte, si arriva al momento del trapianto, che in genere avviene nei mesi di maggio o aprile, in ogni caso quando siamo certi che non ci siano ritorni di freddo.

Consiglio di lasciare la piantina all’aperto ancora in vaso per uno o due giorni, in modo da farla acclimatare. Si passa poi a piantarle nell’orto scavando una buchetta e mettendole ancora nel pane di terra (si veda spiegazione su come trapiantare le piantine da orto).

Un po’ di humus di lombrico nella buchetta agevola il radicamento e riduce lo shock da trapianto.

La distanza da tenere tra le piantine dipende dalla varietà scelta, indicativamente possiamo tenere 50 cm tra una pianta e l’altra, sesto d’impianto da allargare se si tratta di piante che tendono a svilupparsi molto, come il classico tabasco, o da stringere per varietà più nane, come il fuoco della prateria.

Lavori di coltivazione

Dopo aver piantato i peperoncini bisogna averne, evitando che manchi acqua, fornendo un rafforzo di concimazione se necessario, pulendo l’aiuola e difendendo da patologie e parassiti le piante.

peperoni allungati

Tutori di sostegno

La pianta del peperoncino è abbastanza robusta, per cui si può coltivare anche senza ricorrere a tutori, in alcuni casi però (ad esempio dove c’è esposizione al vento), una canna di sostegno si rivela utile.

Controllo erbe infestanti

Durante tutta la vita della pianta è buona norma tenere la parcella dedicata ai peperoncini pulita dalle erbe spontanee. Non bisogna farlo in modo maniacale: il peperone è un bell’arbusto verticale che non teme concorrenza di piccole erbe, ma non si deve comunque lasciare che un eccessivo rigoglio vegetativo di infestanti rubi risorse alla nostra coltura.

Una buona stategia per risparmiar tempo e fatica è pacciamare, coprendo con telo o meglio ancora paglia la superficie intorno alle piante.

Irrigazione e concimazione

Durante il ciclo colturale non bisogna sottoporre il peperoncino all’aridità. Per questo è utile irrigare al bisogno, mantenendo il suolo leggermente umido. Le raccomandazioni sono di evitare eccessi d’acqua e di non bagnare le foglie. In fase di fruttificazione il fabbisogno idrico è maggiore, come anche quando le piante sono appena state trapiantate.

Anche un periodico supplemento del concime è gradito, possiamo spargere qualche manciata di stallatico pellettato  o di pollina, ma anche fare una fertirrigazione con macerato di ortica o macerato di consolida.

Per i più esigenti esistono concimi specifici per peperoncini piccanti, raccomando però di controllare che siano prodotti ammessi in agricoltura biologica, evitando di impiegare nell’orto sostanze chimiche.

Potare i peperoncini

Durante la coltivazione perenne dei peperoncini è utile fare dei tagli di potatura, che possano regolare la pianta e tenerla ordinata e produttiva, non è un lavoro impegnativo, in genere si tratta di qualche semplice taglio e un’eventuale spuntatura dei rami. Conviene farlo in inverno o a inizio primavera. Parlare di potatura in astratto non è mai semplice perché sono operazioni che andrebbero valutate pianta per pianta, e quanto tagliare dipende anche dalla varietà.

Gli obiettivi nel potare sono prima di tutto fare pulizia (rimozione di rami malati, secchi o danneggiati dal freddo) e selezionare un poco per garantire alla pianta illuminazione e circolo d’aria tra i rami (eliminando in particolare i rami sotto al primo nodo di biforcazione).

pianta con peperoncini

Difesa biologica da malattie

Durante la coltivazione è importante anche difendere i peperoncini dalle problematiche che possono verificarsi per via di agenti patogeni.Tra le malattie i peperoncini sono soggetti in particolare a problematiche di natura funginea, che si manifestano con chiazze brunastre sulle foglie, necrosi e marciumi.

Citiamo tra i problemi più frequenti fusarium, verticillium, alternaria e peronospora.

Senza dettagliare malattia per malattia, è importante riconoscere quando la pianta di peperoncino è ammalata, e intervenire per tempo rimuovendo le parti colpite ed eventualmente trattando con prodotti rameici (consentiti in agricoltura biologica). Oltre a queste citiamo anche l’oidio, riconoscibile perché manifesta una patina bianca polverosa sulle foglie, da contrastare con trattamenti a base di bicarbonato di potassio, in casi più gravi zolfo.

Per difendere i peperoncini dalle malattie in regime di coltivazione biologica la cosa più importante è la prevenzione:

  • Effettuare la rotazione colturale, evitando di coltivare peperoni per più anni di seguito su uno stesso terreno. Meglio non seguire con i peperoni anche altre solanacee (patate, pomodori, melanzane).
  • Lavorare bene il terreno, garantendo un drenaggio dell’acqua piovana e irrigua.
  • Non esagerare con concimazioni, che indeboliscono i tessuti vegetali.
  • Non irrigare troppo, creando umido eccessivo e ristagno nel suolo.
  • Potare al bisogno, per mantenere una chioma illuminata e arieggiata con qualche sfoltimento dove necessario.
  • Distribuire periodicamente macerati di equiseto o trattamenti con propoli, che hanno effetto corroborante.

Fisiopatie

Oltre alla malattie ci sono anche dei problemi dovuti a un clima avverso o a carenza di elementi nutritivi, che non dipendono da patogeni. Ecco le più comuni fisiopatie del peperoncino:

  • Scottatura del frutto. Un sole forte durante l’estate può scottare il frutto, determinando annerimento sulla buccia. Possiamo evitare il problema con reti ombreggianti o nebulizzando polveri di roccia protettive.
  • Ingiallimento fogliare. Può essere dovuto a carenze di un microelemento specifico o a un valore anomalo di ph del suolo. Consiglio di misurare il ph per prima cosa, poi di concimare con un fertilizzante rapido da assorbire.
  • Cascola dei fiori. Quando i fiori cadono senza fruttificare è un bel problema, se non si risolve si perde il raccolto. La causa può essere in squilibri di elementi nutritivi, troppo caldo, carenza d’acqua o gelate tardive, in genere notturne.

Insetti nocivi

Gli insetti parassiti più frequenti che possiamo incontrare coltivando peperoncini sono:

Approfondisci: insetti nemici del peperone

La raccolta dei peperoncini

Capire quando cogliere un peperoncino è semplice: possiamo basarci sul colore della buccia che deve essere tutto in tinta uniforme. Se tagliamo a metà un peperoncino un po’ acerbo possiamo vedere un colore verdognolo nella placenta (parte interna che collega i semi).

Il tempo di maturazione è variabile in base alla varietà, generalmente i capsicum annum sono i peperoncini col ciclo più breve, mentre le varietà esotiche sono spesso più lenti. In ogni caso dall’allegagione del fiore alla completa maturazione del frutto possono la pianta impiega almeno un mese, per molte cultivar 45 giorni.

Utilizzo dei peperoncini

marmellata ai peperoncini

Alcune cultivar di peperoncino sono davvero molto produttive e quando si arriva al raccolto ci si trova con una quantità di peperoncino al di sopra delle immediate esigenze di cucina. Ecco qualche idea per la conservazione e l’utilizzo:

Articolo di Matteo Cereda

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