Lo zafferano è una coltivazione molto interessante, sia a livello professionale per ottenere un reddito che più semplicemente per autoprodurre qualche buon risotto a metri zero.

Non è difficile e l’Italia ha un clima adatto, tutto comincia piantando i preziosi bulbi di crocus sativus nel terreno del proprio orto.

piantare bulbi

Ho già spiegato come coltivare zafferano e ho provato a dare una panoramica di costi e ricavi che comporta questa coltura, ora entriamo nel dettaglio su come effettuare l’impianto dello zafferaneto. Scegliere il periodo giusto, le distanze e la profondità a cui piantare è molto importante, qui di seguito proviamo a dare tutte le informazioni necessarie.

Quando piantare i bulbi

I bulbi di zafferano, chiamati anche più correttamente “cormi”, trascorrono i mesi estivi in riposo vegetativo, in questa fase possono essere piantati. Il periodo migliore per farlo è la fine di agosto.

L’impianto deve essere fatto prima che il bulbo getti, quindi entro la prima settimana di settembre. A differenza dei semi di molte piante, che si possono conservare per anni, i bulbi devono essere per forza messi nel terreno nell’anno in cui vengono espiantati, altrimenti gettano comunque le spate contenenti le foglie e se sono fuori terra e deperiscono inevitabilmente.

Piantare troppo presto non conviene perché aumenta inutilmente il lavoro di controllo delle piante spontanee, tanto i bulbi gettano comunque a settembre.

Nell’impostare lo zafferaneto ritengo non serva a nulla guardare la fase lunare, anche se da tradizione contadina si dice che piantare i cormi in fase crescente favorisca la fioritura.

Prima di piantare: lavorazioni e concimazioni

Se vogliamo fare uno zafferaneto produttivo il lavoro comincia prima di piantare i bulbi, con la preparazione del terreno e la concimazione, argomenti che sarebbe lungo trattare, mi limito ad accennarli per sommi capi.

Il suolo ideale dovrebbe avere tre caratteristiche:

  • Sciolto, per cui non troppo compatto. In modo da essere permeabile alle radici della pianta e da permettere una buona moltiplicazione dei bulbi. Questo è molto importante per garantire una produzione ottimale nel secondo anno di coltivazione, dove conta la pezzatura dei bulbi di seconda generazione.
  • Drenante, per cui niente ristagni d’acqua. Questo evita i marciumi e aiuta a prevenire malattie funginee, come il fusarium.
  • Ricco di sostanza organica. La sostanza organica svolge funzione ammendante, mantenendo la terra soffice e capace di trattenere il giusto grado di umidità, inoltre nutre i microrganismi utili, responsabili della fertilità del suolo. Deve essere sostanza matura e non in fase di decomposizione.

L’ideale sarebbe partire con le lavorazioni in primavera, se non addirittura nell’autunno precedente, in questo modo si lascia che il suolo abbia tempo di riequilibrarsi. Per uno zafferaneto da reddito sicuramente conviene cominciare per tempo, mentre se vogliamo mettere qualche bulbo nell’orto per consumo domestico o realizzare un impianto di prova si può anche lavorare la terra 7-10 giorni prima di piantare.

Come lavorazioni si tratta di smuovere la terra a fondo, per garantire il drenaggio (lavoro di aratro, ripuntatore o vanga), e rompere anche piuttosto grossolanamente lo strato superficiale (lavoro di zappa o fresa).

La concimazione consigliata è a base di sostanza organica (letame, pollina o compost ben maturi), lo stallatico pellettato è utile come sostituto per interventi più rapidi.

Due “trucchi” preziosi per ottenere risultati migliori:

Per approfondire:

  • COLTIVARE ZAFFERANO. Il corso completo sulla coltivazione professionale, di Matteo Cereda, Dario Galli e Guido Borsani.

Tipo di impianto

Prima di piantare conviene decidere se vogliamo coltivare zafferano con tecnica annuale (quindi dopo un anno si andranno a espiantare i bulbi, per spostare lo zafferaneto), oppure poliennale (mantenendo lo zafferaneto per alcuni anni nello stesso punto).

Il sesto d’impianto e le distanze tra i bulbi variano: nel caso di zafferaneto annuale si possono mettere i cormi più vicini tra loro, mentre in poliennale bisogna lasciare spazio per la moltiplicazione degli anni a venire.

Inoltre il tipo di impianto da realizzare dipende dal terreno: in un suolo argilloso conviene realizzare baulature rialzate, mentre per coltivare su terreno drenante si può aprire solchi anche in piano.

Per aiutarti a ragionare sul tipo di impianto da scegliere e sulla densità di bulbi ho creato un ebook dedicato e un tool calcolatore (sono gratuiti!).

Le baulature

Realizzare baulature rialzate (dette anche “porche”) possono rivelarsi utilissime per una coltivazione di zafferano di successo.

Il fatto di rialzare l’aiuola coltivata significa permettere all’acqua in eccesso di defluire facilmente, limitando eventuali problematiche dovute a terreno pesante e argilloso.

La baulatura adatta allo zafferano può essere realizzata in due misure:

  • Larghezza 50 cm,su cui trovano spazzio due file di bulbi.
  • Larghezza fino a 100 cm, con 3-4 file.

Ovviamente fare baulature più larghe permette di avere una maggior concentrazione di bulbi a metro quadro e sfrutta meglio lo spazio, ma con solo due file le operazioni colturali saranno decisamente più comodi e si avrà più facilità in particolare nel controllo delle infestanti.

Come si pianta

Piantare è molto semplice: si apre un solco dritto, in cui andremo a disporre i bulbi alla giusta distanza. Si mettono i cormi con la punta rivolta verso l’alto (conviene premerli leggermente nella terra perché non si capovolgano riempiendo il solco) e si copre.

La profondità

I bulbi di zafferano possono stare a una profondità variabile tra gli 8 e i 20 cm. Consiglio di piantarli a 12-14 cm,  in particolare se si sceglie una coltura poliennale meglio non metterli più superficiali di 12 cm, perché durante la moltiplicazione i nuovi bulbi nascono leggermente più in alto.

Dove il clima invernale è molto freddo è bene aumentare la profondità dell’impianto, per riparare i cormi dalle gelate.

Distanze tra i bulbi

La distanza tra i bulbi varia a seconda del tipo di coltivazione scelto (se poliennale distanziare maggiormente i cormi) e della loro pezzatura (bulbi più piccoli possono stare più vicini, bulbi più grandi meglio abbiano più agio).

  • Distanza tra le file: consiglio di tenere un minimo di 15 cm, idealmente 20-25 cm.
  • Distanza tra i bulbi lungo la fila: una buona misura per impianto poliennale può essere un bulbo ogni 10-12 cm, che diventano 6 cm in annuale.

Quanti bulbi possono stare in un metro quadro si calcola in base all’impianto realizzato, bisogna tenere conto anche dei camminamenti tra le file.

Ad esempio se facciamo una baulatura larga 100 cm, con 4 file di cormi distanti 10 cm lungo fila avremo 40 bulbi per ogni metro lineare, ma dobbiamo considerare 1,5 metri quadri perché oltre alla larghezza dell’aiuola c’è un passaggio interfila di minimo 50 cm. Quindi 150 metri quadri di orto possono ospitare 4000 bulbi in teoria, da tenere conto che nel pratico si spreca sempre più spazio tra margini e imprecisioni.

Naturalmente cambiando sesto d’impianto si modifica in modo significativo la quantità di bulbi a metro quadrato e vanno rifatti i calcoli.

Con il tool calcolatore puoi scoprire quanti bulbi stanno nel tuo terreno in modo semplice.

Concimare in solco

bulbi di zafferano con humus

Al momento dell’impianto può essere utile concimare leggermente in solco,  come già accennavo è particolarmente positivo l’impiego di humus di lombrico, ma si può usare anche dello stallatico pellettato. Nel caso dello stallatico consiglio di non metterlo a diretto contatto del bulbo, meglio scavare un solco un poco più profondo, distribuire una dose moderata di stallatico, coprire con un poco di terra e poi disporre i cormi.

Per approfondire:

L’acquisto dei bulbi

Per impiantare uno zafferaneto è fondamentale partire con dei cormi sani e di corretta pezzatura. Tutte le informazioni su questo le trovate nel post dedicato appunto alla scelta dei bulbi.

Se state cercando bulbi italiani di qualità potete trovare informazioni in questa pagina.

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Articolo di Matteo Cereda

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