Con il termine innesto si intende un sistema di moltiplicazione delle piante, che consiste nell’unione di parti vegetative derivate da individui diversi. L’ individuo che si forma in seguito ad un innesto viene detto bimembre, in quanto si compone di un portainnesto dal quale deriva l’apparato radicale e da un nesto, dal quale si origina la parte aerea.

Su Orto Da Coltivare potete trovare una spiegazione generale sugli innesti, in questa sede approfondiremo una tecnica peculiare: quella dell’innesto a corona.

Corona

L’innesto a corona fa parte degli innesti a marza, col termine “marza” intendiamo una porzione di ramo provvista di gemme. Si tratta di una tecnica d’innesto molto semplice, alla portata anche di chi è meno esperto, vale la pena quindi vedere passo dopo passo come procedere.

Caratteristiche dell’innesto a corona

L’innesto a corona consiste nell’inserire una o più marze nel portinnesto, inserendo la base della marza tra la corteccia e il legno della zona cambiale. Si esegue con le marze ancora in riposo vegetativo. Come tecnica si presta molto bene a innestare anche su portinnesti vetusti, dal fusto di buon diametro.

Per questo viene impiegato spesso nel rinnovo di piante esistenti. Mentre l’innesto a spacco richiede grande precisione nel taglio, quello a corona è decisamente più semplice. Ricordiamo comunque che stiamo operando con materia vegetale viva e cerchiamo quindi di essere precisi.

Su quali piante si effettua

Tipicamente l’innesto a corona viene effettuato sulle drupacee, come susino, ciliegio, albicocco, visto che limita la fuoriuscita di gomma, problema a cui queste piante sono spesso soggette. Questa tecnica è particolarmente utilizzata anche sull’olivo, albero che difficilmente si riproduce per seme.

Possiamo usare questa tecnica al fine di rinvigorire le piante ormai vetuste, per aumentarne la produttività, o per reinnestare, sostituendo una cultivar con una varietà differente.

Nel caso di nuovi impianti è utile invece per favorire l’adattamento di alcune cultivar particolarmente produttive in condizioni pedoclimatiche sfavorevoli.

innesto a corona

Come effettuare un innesto a corona

L’innesto a corona si fa in pochi, semplici passaggi: dobbiamo prelevare le marze, prepararle, preparare il portinnesto, effettuare l’incastro e poi legare. Se facciamo tutto nel modo giusto e nel periodo indicato non sarà difficile far attecchire le marze al portinnesto.

Prelevare e preparare le marze

Le marze vanno prelevate circa una settimana prima dell’innesto, quando sono ancora in riposo vegetativo. Scegliamole di una lunghezza di circa 10 cm, che abbiano almeno tre o quattro gemme. Dobbiamo conservarle in un luogo fresco, anche in frigorifero se lo abbiamo disponibile.

Per preparare le marze bisogna scortecciare la loro estremità inferiore e tagliarla in modo opportuno, tale che sia facile infilarla nel portinnesto. Per questo possiamo scegliere il taglio a penna (obliquo) oppure il a becco di clarino, in cui asporta una parte dell’estremità della marza.

Preparare il portinnesto

Il portinnesto deve essere capitozzato totalmente con un taglio orizzontale che realizziamo poco sopra al punto di innesto ed eventualmente rifiniamo. A questo punto pratichiamo delle incisioni inclinate sulla corteccia, in corrispondenza dei punti in cui inseriremo le marze. Questi tagli servono per poter distanziare la corteccia quel tanto che basta a infilare i rametti da innestare.

Unione e legatura

A questo punto dobbiamo infilare le marze nel portinnesto, possiamo eventualmente aiutarci con un coltello o una spatola per distanziare la corteccia in modo da riuscire a far penetrare l’estremità della marza. I tessuti dei due bionti devono essere a stretto contatto, con la parte scortecciata della marza aderente alla zona di cambio del portinnesto. Quando questo si verifica leghiamo stretto con rafia o nastro, poi possiamo decidere di impiegare il mastice.

Quali attrezzi servono

Per effettuare i tagli delle marze di solito vengono impiegati dei coltelli di varia grandezza, mentre per il taglio dei rami più grossi può essere usata una sega adatta per il legno. L’importante è scegliere lame affilate, che riescano a produrre tagli netti e non sfilacciati.

Serve poi il materiale per legare: si possono usare lacci, del semplice nastro isolante oppure la rafia. Quest’ultima è un’ottima scelta, essendo un materiale molto resistente, dotato anche dell’elasticità necessaria a non apportare danni.

Al fine di evitare attacchi parassitari è bene proteggere le ferite praticate tagliando, evitando che restino esposte agli agenti atmosferici, a questo scopo può rendersi opportuno l’utilizzo di mastice adatto per innesti a caldo oppure a freddo.

Quando fare l’innesto a corona

Come praticamente tutti i lavori agricoli anche gli innesti per riuscire bene devono essere effettuati al momento giusto, scegliendo la stagione in cui le condizioni climatiche siano adatte a favorire l’attecchimento e la pianta si trovi nella fase indicata all’unione dei due bionti.

In generale è bene effettuare l’innesto a corona prima del risveglio vegetativo, quindi prima della fioritura. Il periodo esatto si definisce in base all’andamento climatico e ai periodi di fioritura delle varie specie.

Per dare un’indicazione di calendario facciamo qualche esempio: il periodo più opportuno per effettuare un innesto a corona su olivo è da aprile a maggio, mentre drupacee come albicocco e ciliegio si innestano da febbraio a marzo. Questi periodi infatti precedono la fioritura. Questo criterio è valido per tutti gli innesti a marza, quindi anche gli innesti a spacco si possono realizzare nello stesso periodo.

Oltre a questa indicazione cerchiamo di evitare di effettuare innesti nei periodi troppo piovosi, per evitare attacchi parassitari e problemi di patologie.

Innesto e fase lunare

Molti contadini sono soliti guardare la luna per decidere il periodo in cui far l’innesto, si ritiene che il lavoro vada fatto in luna calante, e comunque nella stessa fase lunare in cui si è prelevata la marza dall’albero madre. Non ci sono prove scientifiche di questo, per cui ciascuno può scegliere se seguire la luna o meno.

Articolo di Grazia Ceglia.

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