porri coltivati con pacciamaturaQuesto articolo è dedicato agli insetti dannosi che possono attaccare il porro, comportando danni a volte lievi e altre volte molto consistenti, fino alla perdita di una parte del raccolto. Fortunatamente possiamo scegliere molti metodi preventivi e, all’occorrenza, prodotti per la difesa a basso impatto ambientale, per una coltivazione biologica o comunque sostenibile.

I porri sono tra gli ortaggi che occupano meno spazio sul terreno, si coltivano praticamente in tutte le stagioni, dopo la mondatura danno pochissimo scarto e si usano in mille modi in cucina: sono tanti i buoni motivi per cui coltivarli nell’orto. Il porro, a parità di superficie occupata, è molto produttivo rispetto ad altri ortaggi e rende bene anche se coltivato col metodo biologico, sia a livello professionale sia privato.

Le esigenze nutrizionali di questa specie sono effettivamente piuttosto elevate, ma la concimazione organica con compost e stallatico in pellets o altri fertilizzanti naturali in genere è sufficiente a soddisfarle, e anche la difesa da parassiti e malattie può essere escogitata e messa in atto con tecniche proprie dell’agricoltura biologica.

E’ piuttosto facile trovare sui fusti dei porri tracce di insetti parassiti che li danneggiano o sintomi da patologie fungine, e per questo, soprattutto in coltivazioni finalizzate alla vendita, è importante individuare subito i primi segnali di un’avversità in corso e prendere provvedimenti.

Vediamo quindi quali sono i parassiti animali a carico di questo ortaggio e con quali mezzi e prodotti ecologici possiamo sconfiggerli. Alcuni insetti dannosi per il porro sono comuni ai parassiti della cipolla, dello scalogno e dell’aglio, tutti appartenenti alla stessa famiglia, quella delle liliacee. Altri nemici invece riguardano nello specifico il porro.

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Uso dei corroboranti per prevenire gli insetti

Per prevenire gli attacchi degli insetti nocivi, una pratica molto utile è l’uso regolare dei corroboranti, da irrorare su tutta la parte aerea. Si tratta di prodotti di origine naturale che svolgono la funzione di potenziare le difese naturali delle piante, secondo vari meccanismi. Non essendo dei prodotti fitosanitari, non è necessario avere il patentino per acquistarli e utilizzarli, e non sussistono rischi di intossicazioni né di inquinamento. L’importante è essere tempestivi e regolari nell’utilizzarli, ma l’aspetto positivo è che si possono usare tranquillamente su tutto l’orto senza dover selezionare le specie da trattare.

Tra i corroboranti più efficaci per scoraggiare gli attacchi degli insetti ci sono le farine di roccia , come la zeolite o il caolino. Nebulizzate sulla parte aerea delle piante, creano un velo di particelle taglienti, che evitano il posarsi di molti insetti e ne impedisce le ovideposizioni.

Tignola del porro

La tignola del porro (Acrolepiopsis assectella) è un lepidottero che compie fino a 5-6 generazioni l’anno, e i cui massimi attacchi avvengono verso luglio-agosto, a carico quindi dei porri messi a dimora per l’autunno-inverno. Gli adulti iniziano a comparire a fine inverno coi primi tepori e ovidepongono sulle foglie centrali della pianta. Le larve, che iniziano a nascere dopo 1-3 settimane, scavano gallerie nelle foglie e poi crescendo ne escono e continuano a cibarsi delle foglie dall’esterno, scendendo fino alla base del porro.

Per prevenire i forti attacchi di questo parassita è possibile adottare una delle consociazioni più classiche dell’orto biologico, ovvero quella con le carote: la coltivazione di file di porri alternate a file di carote in genere protegge entrambe le colture dai rispettivi parassiti specifici. Se questo non bastasse a tenere gli attacchi di tignola entro un limite tollerabile, potremmo comunque eseguire dei trattamenti con prodotti ecologici: quelli consigliati sono a base di Bacillus thuringiensis kurstaki.

Mosca minatrice del porro

La mosca del porro (Napomyza gymnostoma) è un dittero che compie due generazioni l’anno, una in primavera e l’altra in autunno. Le femmine adulte depongono le uova sul margine delle foglie e le larve che nascono scavano sottilissime gallerie, dette mine, all’interno delle foglie, delle quali si cibano. Sulle piantine piccole, appena trapiantate, i danni possono rivelarsi piuttosto gravi e portarle alla morte.

Il parassita può essere eliminato con trattamenti a base di Spinosad  molto tempestivamente, fino ad un massimo di 3 trattamenti come si può leggere in etichetta. Il prodotto è ammesso in agricoltura biologica. Inoltre, è molto importante eliminare tutti i residui colturali infestati poiché questi possono essere siti di svernamento del parassita. Un metodo biologico molto efficace è puntare sulla prevenzione della mosca del porro andando a coprire con tessuto non tessuto nei mesi in cui l’insetto vola e depone le uova.

Minatrice fogliare della cipolla

La mosca minatrice fogliare della cipolla colpisce anche il porro, e come la precedente, è una mosca che causa danni molto simili, ovvero mine molto sottili nel fogliame, che se numerose e a carico di piante piccole, possono comprometterle del tutto. La consociazione con le carote aiuta a tenere a bada anche questi due ditteri parassiti.

Tripidi

I tripidi, e in particolare il tripide della cipolla (Thrips tabaci) e il Tripide occidentale (Frankliniella occidentalis) sono insetti polifagi che attaccano anche il porro. Il loro danno consistente in innumerevoli punture di suzione sugli organi aerei, in questo caso le foglie, su cui restano tantissime punteggiature decolorate. La conseguenza è una ridotta fotosintesi, e quindi una crescita ridotta del porro.

Lo Spinosad va benissimo anche per difendere i porri da questo parassita, con trattamenti intervallati di 7-10 giorni, da usare sempre nelle ore fresche della giornata.

Nematodi

Sono minuscoli vermicelli che attaccano le radici di varie specie, spesso anche dei porri, provocando la comparsa di nodosità del fusto, deformazioni e ingrossamenti. Su un terreno interessato a gravi danni da nematodi conviene praticare la solarizzazione, tecnica che consiste nel bagnare il terreno e coprirlo durante il periodo estivo con film plastici trasparenti. Al di sotto del telo infatti si generano temperature molto alte con un certo effetto disinfestante. Inoltre in un piccolo orto, piantare vari tageti a bordo coltura può preservare gli ortaggi, poiché questi fiori emettono dalle radici delle sostanze che allontanano alcuni tipi di nematodi.

Elateridi

I “vermi fil di ferro”, di colore arancione, sono le larve degli elateridi, coleotteri a ciclo vitale lungo circa 3 anni. Questi vermi, chiamati anche ferretti, compaiono soprattutto in primavera erodendo le radici di molte colture come insalate, porri e cipolle. Poiché sono anche tra i parassiti più comuni delle patate, un’esca per catturarli potrebbe proprio essere qualche mezza patata messa sul terreno con la parte tagliata rivolta verso il basso.

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Articolo di Sara Petrucci

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