C’è chi lo chiama melone giallo, per via del colore della buccia, e chi lo chiama melone bianco, per via del colore della polpa, oppure lo si indica per stagionalità e allora è il melone d’inverno.

Comunque ci siamo capiti: non stiamo parlando del classico melone arancione ma dell’altra varietà, caratterizzata appunto dalla buccia gialla oppure verde scuro, dall’interno bianco e da una maturazione decisamente più tardiva.

il melone giallo invernale

La pianta di melone invernale

La pianta di melone si chiama botanicamente “cucumis melo” e comprende tutte le varietà di melone, sia quelle estive (tra cui i tipi di melone più diffusi, come cantalupo e retato) sia le varietà a polpa bianca, che chiamiamo anche meloni d’inverno.

I meloni invernali sono un gruppo di cultivar che viene indicato come “cucumis melo inodorus, per via del minor profumo e si dividono a loro volta in una serie di varietà.

La pianta è simile in tutto a quella del melone retato, differisce nel ciclo di coltivazione che è decisamente più lungo. Se un melone arancione viene pronto in 100 giorni dalla semina, il melone bianco ne impiega da 120 a 150. Per questo si chiama melone invernale: il raccolto è tardivo e inoltre si conserva più a lungo, per cui possiamo arrivare a mangiarlo nella stagione fredda.

Il melone invernale ha un frutto meno dolce rispetto a quello con la polpa arancione, può ricordarci maggiormente il cetriolo o l’anguria. Resta comunque un melone fresco e sugoso, e per questo comunque gradevole. Il sapore acquoso e zuccherino ricorda appunto l’anguria, ma anche le pere. Come tutte le varietà di meloni anche quello bianco si può mangiare tanto come frutto al termine del pasto, oppure come antipasto o portata principale, abbinato a un buon prosciutto.

La coltivazione del melone bianco

Il melone giallo si coltiva esattamente come il melone arancio, non ci sono differenze significative.

Coltivare il melone invernale nell’orto domestico è interessante, perché il frutto viene pronto più tardi rispetto a quello del melone tradizionale e si conserva più a lungo. Si può quindi scegliere di seminare due diverse tipologie di melone, in modo da avere un raccolto scalare, che fornisca il frutto per un periodo di tempo maggiore.

Quando seminare

I semi hanno bisogno di temperature alte per germinare, per cui si piantano generalmente a partire da inizio maggio, ma seminando in semenzaio si può anche cominciare un mesetto prima. Ricordiamoci che queste varietà hanno un ciclo colturale lungo, per cui non è il caso di posticipare troppo il momento di semina. Visto che la pianta si espande in orizzontale si calcola di lasciare almeno un metro tra una pianta e l’altra.

C’è bisogno di un terreno ricco e ben concimato, visto che come tutte le piante cucurbitacee è piuttosto esigente in termini di fertilizzante (si veda l’articolo sulla concimazione dei meloni). Anche per i meloni invernali è utile un apporto supplementare di potassio, che rende più dolce il gusto del frutto.

Operazioni colturali

La principale differenza tra melone estivo e melone d’inverno sta nel ciclo colturale: mentre un melone retato matura in due mesi dall’allegagione del fiore il melone giallo richiede quasi il doppio del tempo. La tecnica di coltivazione è esatamente la stessa per tutti i cucumis melo.

Si può leggere l’articolo sulla coltivazione del melone per avere maggiori dettagli su come far crescere questa pianta con metodo biologico, imparando anche a riconoscere e contrastare le principali malattie e gli insetti nocivi. Tutte le indicazioni sono utili per coltivare il melone giallo.

Raccolta: capire se è maturo

Non è semplicissimo riconoscere un melone invernale maturo. Possiamo guardare la buccia, che può essere giallo intenso o verde scuro e provare a bussare con le nocche per vedere se si ottiene un suono secco. Valgono i vari trucchi spiegati per capire la maturazione del melone classico, anche se il profumo in questo caso non ci aiuta.

Abbiamo già citato le tempistiche maggiori: il periodo di raccolta, se seminiamo a inizio maggio può essere tutto settembre, anche inizio ottobre. L’appellativo di melone invernale se lo guadagna poi grazie alla sua lunga conservazione: un melone a polpa bianca si mantiene per due o tre mesi dopo il raccolto e quindi è possibile tenerlo per l’inverno.

Approfondisci: la coltivazione del melone

Varietà di meloni d’inverno

La tipologia di melone invernale racchiude in realtà una moltitudine di varietà che differiscono tra loro per aroma e caratteristiche.

Il tipo più diffuso ha la scorza esterna gialla e la polpa interna bianca, si declina in diverse varietà locali, come il giallo di Napoli, il cartucciaru di Paceco o il rugoso di Cosenza.

La polpa interna non è sempre di colore bianco puro, può essere tendente al rosa o al verde. Nel gruppo “inodorus” ci sono poi anche meloni dalla scorza verde oppure bianco grigia.

Quando si parla di “melone verde” bisogna capire se si fa riferimento alla buccia o all’interno: esistono infatti sia tipi di melone invernale dalla buccia verde con la polpa bianca che una particolarissima varietà ha la polpa verde e una scorza esterna liscia e grigia. Al primo tipo appartengono il Morettino e il melone di Malta, il secondo invece viene indicato in genere come melone verde.

D’obbligo citare anche l’ottimo melone di pane, varietà a polpa più soda e asciutta, diffusa in meridione e sempre appartenente al genere inodorus.

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Proprietà del melone giallo

A livello nutritivo il melone invernale è un frutto con un alto contenuto zuccherino, ma comunque le calorie non sono molte: circa 33 kcal per 100 grammi di frutto. Essendo per oltre il 90% composto da acqua è ovviamente un frutto molto dissetante, considerando inoltre che ha un ottimo contenuto anche di sali minerali. I meloni gialli sono anche ricchi di vitamine, mentre altre sostanze nutritive com fibre e grassi sono contenute in quantità minori.

La varietà invernale non ha però le stesse proprietà benefiche dovute all’alta concentrazione di betacarotene dei meloni estivi, che non a caso hanno la polpa arancione e non bianca.

Articolo di Matteo Cereda

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