innocua bisciaSpesso i serpenti vengono uccisi senza pensare, ignorando che la maggior parte di questi rettili in Italia è innocua e priva di veleno, anche le tanto temute vipere quando non vengono disturbate si danno alla fuga. Oltre che un’inutile atto di crudeltà l’uccisione di una biscia priva l’orto di un naturale difensore, instancabile predatore di arvicole e topi che spesso rovinano le coltivazioni. E’ molto utile conoscere meglio i serpenti presenti in Italia, per sapere come comportarsi e imparare a conviverci il più possibile. Tra le serpi italiane solo le vipere sono velenose, gli altri esemplari sono colubri che non fanno alcun male all’essere umano.

Serpenti, tra paure e tradizioni

La figura del serpente è fin dai tempi remoti protagonista della natura e dell’immaginario umano, dei culti religiosi e di antiche tradizioni, di folklore e vecchie leggende popolari e contadine. Si parte dai vecchi riti pagani e delle antiche religioni, che lo veneravano come divinità, alcune lo fanno ancora oggi, per passare poi a cenni nelle Sacre Scritture, nei racconti di avventurieri esploratori, nei libri di scrittori vari e per chiudere nelle narrazioni dei nostri nonni della loro vita di campagna. In alcuni casi questo rettile fu riverito e temuto da interi popoli, a tal punto da praticare sacrifici umani in suo tributo, mentre attualmente lo troviamo come attrazione turistica: sono celebri i cobra di Marrakesh degli incantatori marocchini o i cervoni della processione di San Domenico di Guzman a Cocullo in Abruzzo. Il serpente viene anche cacciato e ucciso per le sue pelli nel Sud-Est asiatico.

Da noi invece il serpente è sempre visto con atavica paura e quasi sempre, innocuo o velenoso che sia, conosce una triste sorte ovvero un forcone o un bastone pronto a colpire per sopprimere. Questo atteggiamento è figlio anche dell’ignoranza e dimentica che questi rettili hanno un preciso ruolo in natura, che riveste una grande utilità anche per chi coltiva.

La biscia amica dell’orto

Uccidere i serpenti non è sempre una buona scelta, facendolo priviamo la natura di un importante anello della catena ambientale e al tempo stesso togliamo alle nostre coltivazioni un fedele alleato. Non bisogna dimenticare infatti che topi, arvicole e ratti di diverse razze e sono tra i principali distruttori del nostro orto, in particolare nei mesi invernali e all’inizio della primavera: quando i nutrimenti scarseggiano le arvicole vanno a cercare nutrimento nel nostro “verde alimentare”. Il serpente con la sua silenziosa e chirurgica azione può in breve tempo liberare il nostro orticello, e in alcuni casi anche un campo più esteso, dalla fastidiosa azione dei roditori. Scacciando o uccidendo i serpenti invece andiamo a modificare un ecosistema, vengono a mancare i predatori naturali e questo permette il proliferare dei roditori. Soprattutto chi vuole portare avanti una coltivazione biologica, fondata su equilibri naturali e non su interventi chimici, deve rispettare questi rettili striscianti piuttosto che cercare di eliminarli.

I serpenti italiani: pericolosità presunta e reale

E’ comprensibile la paura del morso della vipera ma è doveroso rammentare che non tutte le specie di serpente presenti sul territorio italiano sono velenose: in Italia persistono sul territorio alcune razze di vipere, tutte velenose, ma anche diverse specie di colubri, serpenti innocui. A questi si aggiunge l’orbettino che non è propriamente un serpente ma una lucertola priva di zampe, anche esso senza veleno.

E’ utile conoscere abitudini e fattezze di questi rettili striscianti, in particolare di quelli italiani, per non farsi spaventare inutilmente. Un particolare importante: il serpente è quasi cieco, i suoi occhi vedono poco. Il rettile avverte la nostra presenza e quella delle prede tramite il suo ventre, percependo le vibrazioni che trasmettiamo sul suolo, da vicino utilizza il suo sensore a infrarossi, detto “organo di Jacobson”, dal nome dello scienziato che ne fece la scoperta, questo organo è situato in quella parte che noi chiamiamo naso, dove osserviamo i due buchini. A questo la serpe integra la lingua che costituisce il suo olfatto, ecco spiegato perché continua ad agitarla fuori dalla bocca.

Riguardo alla possibilità di attacchi verso l’uomo bisogna tener conto che il serpente non aggredisce mai per puro desiderio di mordere o arrecare molestia: il rettile scatta in attacco solo quando si sente minacciato, oppure se nelle vicinanze ha dimora il suo nido con le uova. Anche la vipera, che pure ha un’aggressività più accentuata, come tutti i serpenti non gradisce la presenza dell’uomo e tende soprattutto a evitare il contatto con la fuga. Quanto al morso delle vipere non e’ sempre velenoso, infatti la vipera preferisce spesso conservare il suo veleno per le prede da divorare e capita che morda l’uomo senza fuoriuscire le zanne velenifere, in tal caso si parla di “morso secco”.

Ovviamente  bisogna sempre comportarsi con prudenza: è importante restare calmi ed evitare di infastidire i rettili in caso di incontro, se si viene morsicati nel dubbio bisogna andare a farsi visitare in pronto soccorso immediatamente e non sottovalutare il pericolo del veleno. Il consiglio per tutti i frequentatori dei boschi, prati incolti e aree sassose è di utilizzare comunque a protezione stivali di tipo lungo e non corto.

Come riconoscere le vipere

Le principali caratteristiche che distinguono una vipera dalle altre specie innocue sono le seguenti:

  • Forma della testa. La vipera ha la testa triangolare, mentre i colubri hanno generalmente la testa di forma ovale.
  • Placche sul capo. Nella vipera si osserva la presenza di 7 placche principali sul capo, nei colubri le placche sono 9.
  • Gli occhi. La vipera ha occhi stretti con pupilla ellittica verticale, simile a quella dei gatti in diurna, mentre nei colubri la forma è rotonda come quella umana.
  • Il corpo. Le vipere hanno un corpo grossolano e tozzo con coda che finisce in modo irregolare, nei colubri il corpo è snello con coda affusolata ed elegante.
  • Le dimensioni. La vipera comune ha una lunghezza attorno ai 50-60 cm, con punte rare di 90 cm per esemplari più adulti o di razze particolari, i colubri invece superano abitualmente il metro e possono raggiungere anche i 240 cm cm, nel caso del cervone.
  • Il tipo di attacco. La vipera attacca a scatti e salti, i colubri hanno invece tattiche più strategiche e silenziose, tranne il biacco che generalmente ha un carattere nervosetto.
  • Le zanne. Le vipere hanno zanne velenifere, i colubri ne sono privi.

Serpenti italiani innocui

Al fine di far chiarimento sulle specie di serpenti presenti sul suolo italiano vediamo quali sono quelli più diffusi. Partiamo dai serpenti innocui, appartenenti al genere dei colubri o colubridi e conosciuti anche come bisce, sono la maggioranza ma spesso vengono soppressi da chi non è in grado di distinguerli dalle vipere.

biacco neroBiacco (Hierophis Viridiflavus). Serpente completamente innocuo, di grande dimensione, arriva al metro e mezzo di lunghezza. E’ tra le serpi più diffuse in Italia, si trova su tutto il territorio, può essere di colore nero e giallo o totalmente nero da adulto, color ocra con strisce e testa nera da giovane. E’ molto veloce e per questo si tratta di un efficacissimo predatore di arvicole e ratti, molto utile all’orto.

Natrice dal collare (Natrix Natrix). Insieme al biacco è il più diffuso d’Italia, si può trovare ovunque e popola soprattutto gli ambienti umidi. Si tratta di un serpente di medie dimensioni, molto squamato, dalla livrea grigia o verdastra con striature nere. Ha una ghiandola che produce un veleno riservato ai pesci e agli anfibi che sono le sue prede predilette, innocuo per l’essere umano.

Cervone o pasturavacche (Elaphe quatuorlineata). Serpente grande e muscoloso, arriva ai due metri di lunghezza, di color marrone con strisce nere, bianco chiazzato da giovane. Si trova in Italia centro meridionale, in particolare tra i sassi e in campagna. Mangia roditori, uova e uccelli ed è per questo un altro amico dell’orticoltore.

Saettone (Zamenis Longissimus) o colubrio di Esculapio. Altra serpe innocua, dal corpo lungo e slanciato, che parte dal giallo della testa e sfuma nel marrone  verdastro avvicinandosi alla coda. Si trova in tutta Italia, preferisce i boschi.

Natrice viperina (Natrix Maura). Il nome viperina non deve spaventare, è attribuito per via della testa triangolare, di forma simile a quella del serpente velenoso, questa natrice è comunque innocua. Si tratta di un serpente a vocazione acquatica che mangia pesci e anfibi.

Altre varietà di serpenti non velenosi che si possono incontrare in Italia sono la natrice tassellata, il colubro liscio (Coronella Austriaca), il colubro leopardino, il colubro ferro di cavallo, il colubro lacertino e il colubro di riccioli.

C’è poi l’orbettino che tecnicamente non è un serpente ma una lucertola priva di zampe, a volte le zampette sono presenti sui fianchi ma atrofizzate e piccolissime.

Serpenti italiani velenosi

I serpenti velenosi che si trovano in Italia sono tutti della famiglia delle vipere. Ne ricordiamo le varietà più diffuse qui di seguito.

vipera velenosaVipera comune (vipera aspis). Il più diffuso tra i serpenti velenosi presenti in Italia, si trova su tutto il territorio e si divide in tre sotto varietà: la vipera atra, la francisciredi e la hugyi. E’ un serpente di piccola taglia che si trova facilmente in zone sassose e aride, ha la livrea di vari colori e disegni. La vipera comune è velenosa ma in genere se minacciata fugge, morde solo se si sente messa alle strette.

Marasso (Vipera Berus). Serpente tozzo, poco più grande della vipera comune, si trova prevalentemente nel nord est dell’Italia. Si trova soprattutto in montagna ed è una vipera più velenosa della varietà aspis.

Vipera dal corno (Vipera Ammodytes). Vipera corta e tozza, diffusa in Friuli, è la più velenosa tra le vipere italiane, si contraddistingue per il cornetto all’apice della testa, subito sopra alla bocca.

Vipera dell’orsini (Vipera Ursinii). Si trova in Italia centrale, soprattutto sugli Appennini abruzzesi, si tratta di una serpe molto piccola, lunghezza media sui 30 centimetri. Ha un carattere tranquillo e il suo veleno è meno potente di altre varietà.

In conclusione: evitiamo di uccidere

Questo articolo vuole essere un invito a imparare a conoscere e a rispettare i serpenti. Questo non significa dimenticare la prudenza: il rischio di un morso di vipera esiste e non bisogna prenderlo sotto gamba. E’ necessario però contestualizzare questa eventualità e non trasformare la paura in un’irrazionale demonizzazione di tutti i rettili, che porta ad ucciderli “sparando a vista”.

In caso di incontro con un serpente occorre certamente fare attenzione, non bisogna dimenticare in primo luogo che gli esemplari più diffusi in Italia sono innocui e non velenosi, come il biacco e la natrice dal collare. In secondo luogo anche la vipera aggredisce solo per difendersi, quindi è spesso possibile evitare lo scontro. Uccidere a priori ogni serpente che si incontra è un atteggiamento sciocco e sbagliato, sia dal punto di vista etico che nell’ottica di mantenere un ecosistema utile anche a chi coltiva, in particolare all’agricoltore biologico.

Post Scrittum. Una doverosa precisazione: a differenza degli altri post di Orto Da Coltivare questo testo è in gran parte merito di una persona che ha condiviso le sue conoscenze sui serpenti italiani nella nostra bellissima comunità facebook, preferisce l’anonimato ma ci tengo a ringraziarla comunque. Io ho scritto solo l’introduzione iniziale, l’elenco dei serpenti italiani e la conclusione, nel resto dell’articolo mi sono limitato a piccole aggiunte e alla revisione dei contenuti, per adattarli al format editoriale di OdC.

Articolo di Matteo Cereda

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