una vespaTra i vari parassiti del frutteto ce ne sono alcuni generici e potenzialmente nocivi anche per la salute dell’uomo, ovvero le vespe e i calabroni. Il danno che creano questi insetti al frutteto è la lacerazione dei frutti, poiché ricercano gli zuccheri contenuti nella polpa, mentre noi, come è noto, possiamo venirne punti con fastidio e in particolare rischi maggiori nei soggetti allergici.

Chi ha piante da frutto in giardino in particolare rischia di rovinarsi la possibilità di vivere serenamente lo spazio esterno. Con qualche precauzione però si può limitarne la presenza in modo che si riesca a conviverci, senza dover usare pesticidi chimici.

Le vespe e i calabroni sono insetti dell’ordine degli Imenotteri, a cui appartengono anche le api, e come loro hanno un’organizzazione sociale, benché meno evoluta. Bisogna saper però riconoscere le api e tutelarle, perché sono agenti impollinatori importantissimi, utili tanto alle piante da frutto quanto all’ambiente in generale.

Riconoscere vespe e calabroni

La vespa comune e la vespa tedesca sono le due specie di vespe più diffuse in Europa. Entrambe hanno il corpo giallo e nero, con segni che variano tra l’una e l’altra, zampe gialle e dimensioni che nelle operaie vanno da 12 a 17 mm, mentre nelle regine raggiungono i 2,5 cm.

Oltre alla vespa comune c’è anche la “vespa sociale” o vespula che misura 1,25 cm (operaia) e 1,9 cm (regina), ha due serie di ali ed è a strisce gialle e nere alternate. Nonostante il colore simile è facile distinguere le vespe dalle api perché queste ultime hanno un corpo leggermente più tozzo delle prime e il giallo del loro corpo è più scuro.

Il calabrone (Vespa crabro) appartiene alla stessa famiglia delle vespe ma è di dimensioni molto maggiori e per questo viene denominato anche “vespa gigante”. Il corpo della femmina può raggiungere una lunghezza di 5 cm, mentre i maschi e le operaie si fermano a 2-2,5 cm.

Nidificazione e comportamento

nido di vespeLe vespe possono formare i loro nidi in ambienti naturali come cavi di alberi e cespugli, ma tendono anche a sfruttare gli ambienti domestici come i soffitti, le grondaie e le intercapedini varie, purché siano ambienti riparati con vie di uscita agevoli. Le vespe non producono miele come le api e vivono cibandosi di carne di altri insetti e di sostanze zuccherine. Questi insetti quando percepiscono una minaccia utilizzano il loro aculeo come arma di difesa pungendo ed emettendo veleno. A differenza delle api, che si sacrificano per pungere e quindi attaccano come ultima risorsa, vespa e calabrone possono colpire più di una volta.

Molte persone risultano allergiche al veleno delle vespe e dei calabroni e questo è il motivo per cui le loro punture sono potenzialmente pericolose. In presenza di questi insetti conviene allora mantenere la calma ed evitare di agitare le braccia nel tentativo di scacciarli perché proprio questo gesto potrebbe attirare le loro punture.

I nidi dei calabroni sono piuttosto grandi, di forma sferica e capaci di generare 300-500 esemplari e oltre. Conviene non avvicinarsi a questi nidi, una volta individuati, perché i calabroni possono attaccare anche senza minaccia esplicita, essendo attratti dal sudore umano.

Il danno delle vespe al frutteto

Il danno che vespe e calabroni provocano nel frutteto è legato alla loro ricerca di sostanze zuccherine, per cui si cibano di frutta che sta avviandosi verso la maturazione creandovi lacerazioni ed esponendola a marcescenze ed attacchi parassitari secondari. Le specie colpite sono molte, soprattutto quelle che producono frutti ad alto tenore zuccherino: fichi, pere, vite, pesche e altre ancora.

Ridurre la presenza di vespe e calabroni

Naturalmente esistono molti insetticidi capaci di debellare le popolazioni di questi insetti, ma per non inquinare l’ambiente e non rischiare di uccidere anche gli insetti utili, bisogna ricorrere ad altri metodi più eco-compatibili. Il consiglio è di puntare sulla prevenzione delle vespe.

Trappole alimentari

calabroni in trappolaUno dei migliori modi per limitare anche in modo molto consistente lo sviluppo delle vespe e dei calabroni è l’installazione di trappole alimentari, come quelle di tipo Tap Trap. Queste bio trappole attualizzano un vecchio metodo contadino di trappola con esca, consistono in particolari ganci di plastica di colore giallo che si appendono alle chiome delle piante da frutto con attaccate bottiglie riempite di esche.

Perché le trappole risultino davvero efficaci è molto importante posizionarle alla fine dell’inverno, al massimo all’inizio della primavera e non aspettare che sulle piante ci siano già i frutti da proteggere. Essere tempestivi permette infatti di prevenire la riproduzione di questi insetti e di ridurre drasticamente il numero di regine nell’ambiente, e di conseguenza le nidificazioni. Abbattendo il loro tasso riproduttivo grazie a questo tempismo, di anno in anno possiamo assistere a diminuzioni sensibili delle loro popolazioni: considerando un numero di 300-500 individui generati da una regina (ma spesso anche di più) possiamo intuire quanto sia importante evitare che questa arrivi a riprodursi.

A marzo, quando gli alberi da frutto sono ancora privi di foglie, il colore giallo della trappola spicca in modo evidente ed attrae i pochi esemplari di vespe già in circolazione. Mettere le trappole quando ormai i frutti si stanno sviluppando sulle piante o addirittura sono verso la maturazione non ha efficacia perché anche se molti calabroni e vespe finiranno nelle trappole attirate dalle esche, altrettanti andranno comunque a cibarsi dei frutti, con danni consistenti.

Acquista Tap Trap

Se si mettono le trappole all’inizio della primavera le catture saranno basse: 4-5 insetti per bottiglia in 2 o 3 settimane. In realtà questi pochi insetti che volano nel periodo primaverile sono probabilmente regine, ed è molto importante prenderle prima che si possano riprodurre. La cattura di una sola regina in primavera ha l’effetto di ridurre sensibilmente la presenza di vespe ed è più efficace rispetto ad avere le trappole piene di vespe durante l’estate.
Ogni tanto è utile fare un giro di monitoraggio nel frutteto e verificare le catture realizzate e lo stato delle esche.

Esche per vespe e calabroni

Le esche migliori da mettere nelle trappole all’inizio della primavera sono quelle zuccherine, perché le vespe escono dall’inverno, sono feconde, e devono recuperare le forze per andare in cerca di spazi per nidificare. Quindi nella trappola Tap Trap possiamo mettere la birra oppure acqua, aceto e zucchero.
Ecco tre ricette consigliate per catturare calabroni e vespe:

  • Trappola alla birra: 350 ml di birra e 2 cucchiai di miele o zucchero.
  • Trappola all’aceto: 200 ml di acqua, 2 cucchiai di miele o zucchero e un bicchiere di aceto di vino rosso.
  • Trappola alla menta: 350 ml di vino bianco dolce (o addolcito con zucchero o miele) e 20-30 ml di sciroppo alla menta.

Il rinnovo dell’esca

Ogni 15 giorni circa è importante rinnovare l’esca, altrimenti questa perde di efficacia ed esercita al contrario un effetto repellente, perché i cadaveri di tutti gli insetti catturati emanano cattivi odori.

Le trappole Sfera Trap: rimedio estivo

Le trappole alimentari sono un buon rimedio primaverile, quando ci si avvicina all’estate, le vespe e i calabroni ricercano sostanze proteiche piuttosto che zuccherine. Questo perché non sono più le regine che circolano, visto che si trovano a covare, ma le operaie che escono per procacciare cibo da portare alla prole. Questo è anche il motivo per cui le vespe attaccano gli apiari, uccidendo le api e portandole al nido come nutrimento.

Per questa fase della stagione si possono provare le trappole Sfera Trap, che sono fatte a sfera di colore giallo, sono luminose grazie ad un Led che funziona a batterie che durano per circa un mese. Queste trappole sono efficaci quindi sia di giorno che di notte. Prima di appenderle dobbiamo ricoprirle di pellicola trasparente e poi cospargerle di colla, in modo che gli insetti, che si avvicinano attratti dal colore giallo, restino attaccati. E’ bene non usare questa trappola nei periodi della fioritura per evitare il rischio che attragga anche api, bombi o altri insetti utili.

Articolo di Sara Petrucci

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