Un ritorno alla terra che passa da costruzioni in paglia, permacultura e vacche di razza cabannina presidio Slow Food. Qui si parla di un agriturismo ecosostenibile, nato dalla scelta di vita di Marco e Francesca, che hanno lasciato antiquariato e ristorante per iniziare un’azienda agricola biologica e multifunzionale, nella splendida cornice dell’entroterra ligure.

Il filo di paglia: storia dell’azienda agricola

agriturismo in pagliaMarco e Francesca avevano da dieci anni un ristorante di pesce, lui chef e lei antiquaria, riscoperta cameriera. La qualità della materia prima era già curatissima ma la distanza che collegava i campi al ristorante, unita all’arrivo del terzo figlio li spinse a cambiare vita: vendettero il ristorante e si trasferirono nella villetta dell’entroterra ligure costruita dal nonno di lei. Dopo un periodo di meritato riposo una domanda: come andare avanti? Francesca mamma-contadina nell’entroterra e Marco a fare lo chef sulla costa per qualche ristorante stellato? Intanto i loro due figli sono in età da liceo e completano gli studi un po’ da pendolari, un po’ restando in città da soli. Il primo figlio decide di iniziare gli studi di Naturopatia, il secondo non concluderà l’istituto alberghiero per immergersi concretamente nel mondo del lavoro: inizia le sue esperienze ristorative in Liguria, per poi spingersi a Milano ed in giro per l’Europa. Intanto vari progetti girano nella testa di Marco e Francesca.

Iniziano ad ampliare gli orti, aprono un piccolo “agristorante” nel paese vicino, poi l’idea: su una rivista ecologica leggono un articolo dedicato alle case di paglia. Spinti dalla volontà di raggiungere l’autosufficienza decidono di costruire una casa in paglia ad altissimo risparmio energetico, per farne diventare la struttura principale di un’attività che potesse unire la passione di lui per la cucina e quella di lei per l’agricoltura: l’agriturismo.

A questo punto si sussegue tutto velocemente: Marco, Francesca e Simone puliscono 5 ettari di bosco e rovi, recintano, arano. Potenziano ogni anno i recinti, perché non è semplice tener fuori cinghiali e caprioli. La terra delle piane della Liguria non è semplice da lavorare, loro la rendono fertile testando decine di sistemi naturali: Fukuoka, tecnica Manenti, metodo Cappello, Biodinamica, Sinergica,…

Francesca, appassionata di arredo e architettura, progetta la casa, costruita a 2 piani (mica un fienile!), si mettono le galline, le pecore, le mucche, una cavalla, i conigli, le api. A questo punto si inizia ad aprire le camere ai clienti… Si aggiungono le colazioni, i pranzi, le cene.

Anche l’azienda agricola si amplia: si costruisce un ricovero per le mucche, le serre per coltivare anche nel periodo freddo, si fanno il frutteto, l’oliveto, l’asparagiaia, la carciofaia. Per quanto riguarda l’energetico decidono di mettere il fotovoltaico, il solare termico, il thermocompost, la termocucina a legna, che scalda contemporaneamente l’acqua delle docce. Volevano fare il vigneto, ma per fortuna questo non l’hanno mai messo in piedi. Poi il miele, le conserve, le marmellate, i fermentati.

Dopo aver capito che, spinti dalla volontà di raggiungere l’autosufficienza al 100%, le energie si stavano dissipando tra le molte attività, decidono di razionalizzare il tutto e impostare l’azienda sulle loro reali passioni. Ogni membro della famiglia sta trovando il proprio spazio all’interno del progetto “Agriturismo Il Filo di Paglia” e i risultati delle fatiche trovano espressione nei servizi e nei prodotti che riescono egregiamente ad offrire.

Cosa si trova all’agriturismo Il Filo di paglia

Il ristorante bio. La cucina del ristorante è legata alla tradizione ligure, seppur con influenze di tutta Italia: ogni piatto viene rivisitato dalla creatività e dalla passione dello Chef Marco Azaghi e della sua esperienza trentennale. Si cucina seguendo la stagionalità degli ortaggi biologici coltivati ma anche la stagionalità dei formaggi, delle carni o dei salumi bovini. Questi prodotti provengono dal latte munto quotidianamente e dalle carni freschissime delle Mucche Jersey e Cabannine, presidio Slow Food. Si tratta di gusti veri e genuini che solo gli anziani possono riconoscere. I prodotti che non provengono dall’azienda agricola biologica (olio, farine, vini e birre) sono selezionati accuratamente fra le aziende bio più vicine. Il pane è fatto in casa con farina integrale biologica e pasta madre, anche i vari tipi di pasta vengono fatti in casa con le stesse farine di qualità.

Vini naturali. La filosofia del vino naturale: un vino sano, privo di agenti chimici sintetici, da uve raccolte a maturazione fisiologica, lieviti indigeni, fermentazioni fuori da rigidi parametri, maturazione sulle fecce, nessuna filtrazione e chiarifica, esclusione di barrique nuove, interventi in cantina minimi.
Se siete curiosi Sergio Azaghi, cameriere del ristorante, vi saprà consigliare una delle eccellenti etichette naturali che riempiono la cantina da lui orgogliosamente gestita.

Camere. All’interno dell’agriturismo viene offerta ospitalità in camere ed appartamenti situati in due strutture speciali: la Casa di Paglia e la Villa Storica.
Le camere sono intonacate in argilla o calce naturale e sapientemente arredate da Francesca con mobili autentici provenienti dal suo vecchio negozio d’antiquariato. L’insieme crea un’atmosfera calda e romantica, in particolare in inverno, complice il tepore donato dalla stufa a legna. L’accesso alle terrazze e agli spazi esterni permette di rilassarsi e di godere del rigoglioso verde dei boschi della valle, coccolati solo dal canto degli uccelli, del vento e delle cicale.

Massaggi e naturopatia. Il naturopata e massaggiatore Simone Azaghi, dopo un percorso articolato di studi, propone consulenze e massaggi per i clienti dell’agriturismo. Il filo di paglia offre così la possibilità di sfruttare a pieno le potenzialità rigeneranti del posto, sia ricevendo un massaggio riequilibrante che con una consulenza naturopatica che possa indirizzare verso un percorso di riscoperta di sé stessi.

vacche razza cabbaninaCarni e salumi di manzo cabannino. Le “Vacche Cabannine” dell’allevamento sono un presidio Slow Food, il territorio di Carro e dintorni è stato inserito nella territorialità tipica del marchio. L’allevamento non ha certificazione biologica come la coltivazione, ma le mucche vengono allevate con metodi naturali: libertà di pascolo tutto l’anno, alimentazione aggiuntiva con fieno biologico e pellettato bio di erba medica, separazione notturna dei vitelli dalle mamme dopo il terzo mese di vita del vitello, per garantire a Marco la mungitura manuale mattutina. La quantità di latte è insufficiente per permettere di vendere latte o formaggio, se non ai clienti del ristorante, cui si propongono degustazioni di decine di formaggi. Vengono invece venduti pacchi famiglia misti di carne particolarmente gustosa, essendo la mucca libera di pascolare tutta la vita, e salumi derivanti dalla trasformazione della carne cabannina: prosciutti, “mocette”, salami. Marco e la sua famiglia sono sicuri di aver trovato il compromesso migliore con le loro mucche: è vero che ad un certo punto privano della vita i maschi divenuti pericolosi per loro o per la mandria, cosa particolarmente sofferta da Marco, ma è anche vero che portano un grande rispetto per tutte loro, garantendo una qualità di vita difficilmente riscontrabile in altri allevamenti.

Ortaggi, frutta, confetture, fermentati Thailandesi. Francesca al Filo di Paglia si occupa della parte agricola, sua grande passione. Dopo aver testato tutte le tecniche naturali più o meno conosciute, e averne provato i limiti sulla propria pelle, con arrabbiature più o meno intense, sta ancora cercando di trovare il metodo migliore da applicare al proprio terreno, ricavato da bosco e rovi. La terra è molto migliore rispetto all’inizio e gli ortaggi non hanno confronto col gusto a cui ci hanno abituato le coltivazioni intensive. I problemi sono legati alle quantità e a garantire una certa stabilità di raccolto. Comunque tutto quel che la natura dona viene lavorato per l’agriturismo, venduto o trasformato in conserve e confetture. Gli scarti e le erbe medicinali trovano nuova vita nei fermentati thailandesi, liquidi probiotici dalle mille proprietà: fertilizzante naturale, uso esterno sulla pelle per ferite, uso interno per riequilibrare la flora batterica e lenire varie patologie, pulizia e detersione delle superfici.

Come arrivare al Filo di Paglia

L’agriturismo il Filo di Paglia si trova a Pavareto immerso nel verde dei boschi di pini, querce e castagni dell’Alta Val di Vara, paesaggio bucolico e incontaminato dell’entroterra ligure, recentemente diventato uno dei pochi biodistretti presenti sul territorio italiano. Questa valle è la più estesa e meno popolosa della Liguria, si trova a ridosso del Parco Nazionale delle Cinque Terre, con i suoi bellissimi e frequentatissimi borghi marinari.

panorama

Per raggiungere l’agriturismo conviene uscire al casello autostradale di Carrodano e proseguire in direzione Varese Ligure, senza arrivarci. In prossimità di Ponte Santa Margherita si svolta a sinistra, direzione Carro. Passato Carro, in corrispondenza di un elisoccorso, si gira a sinistra in direzione Pavareto; dopo 2,2 km l’agriturismo sbuca alla fine di una stretta stradina. L’indirizzo esatto è via San Nicolò 11 – 19012, Pavareto (La Spezia). Per contatti e prenotazioni si può telefonare al 346 1849220 oppure al 349 7868625, oppure ancora via mail: info@agriturismoilfilodipaglia.it

A poche decine di minuti di macchina da Pavareto trovate  Varese Ligure, considerata “capitale” europea del biologico, il golfo dei Poeti con Portovenere e Lerici, poi il golfo del Tigullio con Sestri Levante e la sua baia del silenzio, Zoagli, Camogli, San Fruttuoso, l’esclusiva Portofino; poi la misteriosa Alta Via dei Monti Liguri, le affascinanti Alpi Apuane… Sicuramente la zona merita una visita e l’agriturismo è tappa di ristoro all’insegna della sostenibilità.

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