L’indivia scarola è una delle insalate invernali più conosciute insieme all’indivia riccia e ai vari tipi di radicchio o cicoria, tutti facilmente coltivabili nell’orto e anche sul balcone.

La scarola forma una rosetta fitta di foglie verdi con l’interno bianco-giallo e come le cicorie può essere consumata sia cruda sia cotta.

scarola nell'orto

Si tratta di una specie da cespo al pari delle lattughe, delle dimensioni analoghe, o leggermente più grandi. Il sapore amaro, tipico delle cicorie e delle indivie, fa dividere le persone tra quelle che lo amano e quelle che non possono sopportarlo. Se siete tra le persone che lo amano, in questo articolo trovate una descrizione della scarola e delle tecniche colturali per poterla produrre nel vostro orto.

Non è una pianta di difficile gestione e si riesce a mantenerla sana con metodi biologici, la sua resistenza al freddo la rende protagonista dell’orto invernale.

La pianta: Cichorium endivia var. scarola

Il nome botanico dell’indivia scarola è Cichorium endivia var. scarola, e fa parte dello stesso genere delle cicorie o radicchi, nella famiglia delle compostite o asteracee, alla quale appartengono svariate specie orticole quali lattughe, topinambur, girasole.

Clima adatto

La scarola è una pianta dalle ridotte esigenze termiche e infatti la si coltiva prevalentemente per l’autunno-inverno. Resiste alle basse temperature meglio della sua parente indivia riccia, purché il freddo sia asciutto e non eccessivo.

A -7°C si verificano danni al colletto, alle radici, e anche alle foglie, le quali lessano divenendo trasparenti. Quando il clima è umido diminuisce la resistenza al freddo e richiede temperature maggiori.

Terreno ideale

Per quanto riguarda il terreno, l’indivia si adatta a varie condizioni, anche se le migliori sono quelle che garantiscono il drenaggio.

La presenza di sostanza organica è importante, ma è necessario che sia ben decomposta: per questo è molto meglio fare il compost e distribuirlo sul terreno quando è ben maturo invece che interrare direttamente i resti freschi di colture precedenti o altro materiale organico, trapiantando l’indivia dopo poco tempo.

Se i terreni sono fortemente argillosi, vi si adatta meglio l’indivia riccia rispetto alla scarola.

Seminare e piantare indivia scarola

La scarola è una pianta che si consiglia di seminare in semenzaio, per poi trapiantare nell’orto piantine già formate. Prima è necessario preparare il terreno, con un’eventuale concimazione moderata.

La preparazione del terreno

Come per ogni specie da orto, anche per coltivare indivia scarola bisogna prima di tutto preparare il terreno, lavorandolo in profondità con la vanga o meglio ancora col forcone che non sovverte gli strati di suolo, poi bisogna affinare con la zappa e infine usare il rastrello per pareggiare tutta la superficie.

Durante questi lavori si distribuisce un ammendante come compost o stallatico, più o meno 3 kg per ogni metro quadrato.

Tuttavia, trattandosi di una specie che si mette a dimora prevalentemente in estate per un raccolto autunnale, è molto probabile che l’aiuola che la ospiterà abbia già ricevuto una buona lavorazione in fase primaverile, per un altro ortaggio che l’ha preceduta. In questo caso è possibile che la terra sia già soffice, perché non l’abbiamo mai calpestata e perché abbiamo tolto l’erba spontanea costantemente, e quindi potrebbe essere sufficiente limitarsi a zappettare e pareggiare col rastrello. Stesso discorso vale per la concimazione, per cui la scarola potrebbe accontentarsi del concime avanzato alla coltura precedente, se non troppo esigente. Nel dubbio un po’ di compost o stallatico conviene distribuirlo in ogni caso.

Seminare la scarola

Trattandosi di un’insalata da cespo, è vivamente consigliata la semina in semenzaio e non la semina diretta nell’orto. I vantaggi sono diversi, in particolare un più semplice controllo delle erbe infestanti e una miglior gestione dello spazio nell’orto.

Per la coltivazione autunnale la semina avviene a partire dal mese di luglio, la possiamo realizzare anche ad agosto o settembre se si intende raccoglierla più tardi, in particolare se abitiamo al sud o se intendiamo avvalerci di una serra. In un orto famigliare la semina scalare è sempre una buona pratica, in questo modo il raccolto avviene gradualmente e si ha sempre insalata pronta da portare in tavola.

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Trapianto delle piantine

Dopo aver fatto crescere le piantine seminate in semenzaio saremo pronti per trapiantarle in campo nel giro di un mese. Se non abbiamo la possibilità di fare il semenzaio possiamo sempre comprare le piantine già formate da un vivaista e occuparci solamente della fase di trapianto.

In entrambi i casi le piantine si trapiantano alle distanze di circa 30 cm le une dalle altre, e se le mettiamo su più file della stessa aiuola conviene adottare il sistema a quinconce, detto anche a “zig zag”, che consiste nello sfalsare le file in modo tale da ottimizzare lo spazio. Distanze inferiori di 30 cm non garantiscono abbastanza spazio ai cespi e potrebbero favorire le malattie fungine.

Se desideriamo consociare la scarola con altri ortaggi che si trapiantano più o meno nello stesso periodo, possiamo scegliere, ad esempio, tra bietole, porri, finocchi, rape.

La coltivazione dell’indivia

La scarola è molto semplice da coltivare, basta tenere pulita l’aiuola dalle erbe infestanti e controllare che non manchi acqua alle piantine, in particolare all’inizio della coltivazione. L’imbianchimento è importante per migliorare la qualità dell’insalata raccolta.

Irrigazione

Dopo il trapianto è importante irrigare spesso le piantine di indivia scarola, ma senza esagerare, per non rischiare di provocare marciumi radicali. Facciamo attenzione che non manchi acqua in particolare quando si trapianta ancora nel periodo estivo.

Se l’orto è estremamente piccolo possiamo farlo direttamente con l’annaffiatoio, altrimenti è utile prevedere un impianto di irrigazione a goccia, che è il sistema più consigliato per l’orto, perché non bagna la parte aerea delle piante. Ad esempio, su un’aiuola larga 90-100 cm, nella quale riusciamo a creare 3 file di indivia, può essere ragionevole stendere due tubi.

Imbianchimento

L’imbianchimento è una tecnica finalizzata a rendere le foglie dell’indivia più dolci e croccanti e si pratica legando insieme le foglie, per esempio con un filo di rafia, senza stringere troppo. Nell’arco di un paio di settimane le foglie interne, non ricevendo la luce solare, imbianchiscono.

Tuttavia, per la scarola si possono anche trovare delle varietà autoimbiancanti, e questa è un’informazione che possiamo richiedere al vivaista da cui compriamo le piantine.

Avversità e difesa biologica

La scarola può andare incontro ad alcuni problemi durante la sua coltivazione, ecco i più comuni:

  • Marciumi, ovvero patologie fungine che portano al disfacimento della pianta, e uno dei fattori determinanti è l’umidità. Queste malattie si prevengono quindi con un terreno drenante e irrigazioni moderate direzionate al terreno, piuttosto che alle foglie.
  • Alternariosi, malattia fungina che si manifesta con diffuse macchie circolari di colore scuro sulle foglie più esterne. È importante eliminare quanto prima tutte le foglie colpite.
  • Lumache, che si cibano delle foglie. Contro chiocciole e limacce le strategie sono diverse, dai bicchieri di birra interrati come trappola, allo spargimento di cenere tutta attorno alle piantine. C’è anche un lumachicida ecologico a base di ortofosfato di ferro, e inoltre se vedete dei ricci che girano per l’orto, sappiate che loro si cibano di lumache e sono quindi nostri alleati.
  • Afidi, che si raggruppano in colonie sulla pianta e ne succhiano la linfa. Si prevengono in modo naturale irrorando estratti di ortica, di aglio o di peperoncino, oppure, con l’infestazione in corso, si debellano con trattamenti bio a base di sapone molle diluito.

indivia scarola

Raccolta dell’insalata

Mentre l’indivia riccia deve essere raccolta prima dei freddi intensi, la scarola, che è più resistente, può andare avanti per un po’ di tempo, assicurandoci insalata per il periodo invernale.

I cespi devono essere tagliati raso terra con un coltello tagliente, quando hanno raggiunto i 250-300 grammi di peso. Indicativamente, da 1 mq di scarola si possono ottenere 2 o 3 kg di prodotto.

Articolo di Sara Petrucci

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