Salve a tutti! Mi presento: sono un’italiana residente nel nord dell’Inghilterra da più di trent’anni. A ottobre dello scorso anno la mia richiesta di job sharing all’università presso la quale lavoro è stata accettata, il che si è tradotto in due giorni liberi alla settimana da dedicare ai miei vari hobby (e ce ne sono tanti, vi assicuro, incluso il giardinaggio!).

Una vera pacchia riappropriarsi di un po’ di tempo libero e abbandonare la cosiddetta rat race ( = la corsa dei ratti come la chiamano qui, nonché esistenza frenetica all’insegna della competizione e dell’accumulo di denaro).

orto inglese

Il mio orto il primo giorno

Così, in vista di questa riduzione d’orario lavorativo l’anno scorso a maggio mi sono messa in lista per l’assegnazione di uno dei tanti orti urbani ( chiamati allotments) che ci sono nella mia città (Darlington).

Cominciare un orto urbano in Inghilterra

Questi allotments sono una pratica molto diffusa in tutta l’Inghilterra, la patria del giardinaggio. Un’iniziativa lodevole, generalmente gestita dalle autorità locali, che dà la possibilità a chi non ha giardino, o comunque non ne ha uno che si presta alla coltivazione degli ortaggi, di affittare il proprio orticello. Io ho un piccolo giardino dietro casa, ma non ho mai provato a far crescere verdura. Ho fatto qualche esperimento in vaso (un paio di pomodori e zucchini) in passato ma con risultati piuttosto deludenti.

L’interesse però c’è sempre stato ed ecco perché l’anno scorso ho finalmente deciso di mettermi in lista per affittare uno di questi orti urbani. Ai tempi mi avevano detto che avrei dovuto aspettare minimo 2 o 3 anni, data la loro popolarità, ma fortuna vuole che un’associazione privata non a scopo di lucro, chiamata Hummersknott Allotment Association mi ha comunicato a metà febbraio che si erano liberati alcuni orti sul loro terreno e mi ha chiesto se ne volevo affittare uno.

Si tratta di un bellissimo posto, come potete vedere dalla foto, nascosto da un muro di cinta (ha anche una storia molto interessante ma ve la racconterò più avanti). Un’oasi di pace e tranquillità in cui nella zona inferiore si trovano tutti gli orti (più di 70) ed alcuni alveari e nella zona superiore numerosi alberi da frutto (meli, peri e susini).

Così ho colto la palla al balzo e ho subito accettato scegliendo tra gli appezzamenti liberi quello più piccolo (ce n’erano di molto più grandi ma come si dice qui “you have to walk before you can run” – “devi imparare a camminare prima di poter correre”, quindi meglio contenersi quando si è inesperti come me ;-)).

Quello che ho scelto è un bell’orticello in una posizione soleggiata. A giudicare dall’apparenza, era stato ben curato dal proprietario precedente. Ho chiesto ad un paio di amiche altrettanto inesperte se erano interessate ad imbarcarsi con me in questa nuova avventura e fortunatamente hanno gioiosamente accettato.

appezzamenti di orto urbano inglesi

The Hummersknott Allotment

Così eccomi qui a condividere questo nuovo viaggio con i lettori dell’ottimo blog di Matteo (figlio di una delle mie più care amiche), Orto da coltivare. Essendo una novizia nel campo della coltivazione biologica so già che c’è molto da imparare! Lo farò strada facendo, un passo alla volta, grazie anche all’aiuto di questo blog. Sarà un esperimento affascinante da condividere con chi, come me, comincia da zero, senza alcuna previa esperienza.

Ovviamente, trovandomi fuori dall’Italia, dovrò tenere conto sia del clima diverso: la tempistica dell’Italia (tempi della semina, raccolta, ecc.) non è applicabile al nord dell’Inghilterra, sia del tipo di verdure che potrò fare crescere. Considerata la pioggia frequente e la mancanza di sole mi sa che, ad esempio, dovrò abbandonare l’idea di far crescere limoni e aranci. ;-) Vedremo!

La scelta di quali verdure coltivare sarà principalmente determinata da cosa mi piace mangiare (il che elimina immediatamente i cavoli dal mio orto! So che fanno bene alla salute ma non sono le mie verdure preferite). Favorirò inoltre, considerati i limiti di spazio, le verdure non facilmente reperibili al supermercato o che sono care da comprare. Inutile fare crescere ortaggi che si trovano a due soldi.

Il primo anno sarà davvero un esperimento in cosa cresce bene e cosa no (trial and error, come si dice in inglese). Osserverò quello che coltivano gli altri e non avrò paura a chiedere aiuto ai “vicini di orto”. Dalle volte che sono andata nell’allotment ho notato un palpabile senso di solidarietà tra le persone. C’è un vero spirito di comunità in questo idillico posto: la gente è molto amichevole e disposta a chiacchierare e offrire consigli. So già che mi ci troverò molto bene e che passerò molte ore felici a pacioccare con terra, semi e piante.

orto ingresso

L’entrata degli orti urbani

I primi lavori

Ma lasciate che vi aggiorni su quello che ho fatto nel primo mese: ho levato le poche erbe spontanee che c’erano, vangato delicatamente il terreno e applicato del concime naturale in forma di pellets (chicken manure).

Ho anche piantato dell’aglio, delle cipolle rosse e delle fave direttamente nel terreno. Dal mio giardino di casa ho portato una pianta di rabarbaro (che qui al nord cresce molto bene e che io adoro) ed un ribes rosso che vivevano non molto felicemente in un vaso e li ho trapiantati lì. Inoltre ho piantato due cespugli di mirtilli di due varietà diverse, cosa che, a quanto pare, favorisce l’impollinazione. Io adoro i mirtilli ma qui costano un’ira di Dio, non so in Italia! Vediamo se riesco a farli crescere.

orti urbani in inghilterra

La vista dalla parte alta degli orti urbani.

E a proposito di frutti di bosco: il proprietario precedente ha lasciato nel terreno delle piante di questo tipo ma al momento non abbiamo la più pallida idea di cosa siano. Cominciano ad apparire le prime timide foglioline quindi bisognerà aspettare e vedere. Sarà una sorpresa eccitante scoprire cosa sono! Pensiamo che si tratti di uva spina, ribes nero e lamponi ma non ne siamo sicure.

Come avrete capito la volontà e la passione ci sono. La conoscenza un po’ meno. Ma tutto si può imparare con un po’ di entusiasmo. E di quello ce n’è a bizzeffe. Till next time!

DIARIO DI UN ORTO INGLESE

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Articolo di Lucina Stuart

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