Coltivare un orto famigliare è un’attività appassionante e giustamente il desiderio è sempre quello di ottenere verdura abbondante per tutto l’anno, andando a soddisfare i bisogni della famiglia.

Abbiamo già parlato di quanto dovrebbe esser grande un orto, in molti casi però lo spazio disponibile è limitato, dal fatto di avere poco tempo oppure, più spesso, dal fatto di avere poco terreno. In particolare per le case di città i metri quadri di giardino sono un lusso e gli orti urbani hanno spesso dimensioni ridotte.

orto piccolo

Quando l’orto è molto piccolo bisogna compiere delle scelte. È importante, con poca terra coltivabile, selezionare in modo realistico le specie adatte e le tecniche migliori per massimizzare lo spazio. Scopriamo quindi una serie di consigli e trucchi adatti ai coltivatori di orti piccoli, che raccolgono la sfida di ottenere il massimo possibile dalla poca superficie a disposizione.

Valorizzare pochi metri quadri

Non è detto che un piccolo orto sia penalizzante per chi lo coltiva, anzi ci sono anche dei vantaggi: è più facile mantenere e curare in ogni dettaglio una piccola metratura. Riflettendoci potremmo renderci conto di non avere tutto il tempo necessario a gestire un orto di superficie estesa: spesso si vedono grandi orti che in estate risentono dell’incuria e si riempiono d’erba spontanea, per mancanza di tempo o di organizzazione. In questi casi ci si può ragionevolmente chiedere se non sia effettivamente meglio gestire bene un orto piccolo rispetto a doverne rincorrere uno grande.

Ma come si fa ad essere efficienti nella valorizzazione produttiva di uno spazio ridotto?

Ci sono una serie di piccoli accorgimenti che permettono di sfruttare al meglio la superficie a disposizione.

Quello di cui non parleremo è l’ingannevole suggerimento di spingere le piante con troppi fertilizzanti. Possiamo coltivare in modo eco-compatibile, ispirandoci ai principi dell’agricoltura biologica, o anche biodinamica, pur puntando ad una resa soddisfacente. A parte le considerazioni ecologiche a lungo termine si rivela senza dubbio la strategia migliore.

Possiamo prendere esempio dall’interessantissimo metodo biointensivo, nato nella Parigi del 1800, quando l’urbanizzazione della città rubava spazio agricolo.

In linea generale la prima cosa importante per avere produttività è una coltivazione attenta: serve un’ottima cura del suolo e bisogna essere tempestivi nell’esecuzione dei lavori, per non farci sfuggire i momenti opportuni, ricordando che il calendario dei lavori presuppone una progettazione dell’orto basata a sua volta sulla stagionalità dei diversi ortaggi.

piccolo orticello

In sintesi ecco alcuni fattori chiave per coltivare al meglio pochi metri quadri:

  • Programmare le colture in modo razionale, in modo da sfruttare ogni parcella per tutto l’anno.
  • Privilegiare i trapianti sulle semine, perché ogni coltivazione occupi lo spazio di campo meno tempo possibile.
  • Scegliere ortaggi produttivi. Non tutte le specie si prestano a spazi ridotti.
  • Valorizzare le zone di mezzombra. Se i metri quadri sono pochi ogni spazio è prezioso.
  • Predisporre dove possibile coltivazioni verticali, che estendono le piante in altezza e non in larghezza.
  • Applicare rotazioni e consociazioni, per impiegare ogni spazio senza sfruttare il suolo.
  • Curare attentamente la distanza di semina (non significa però piantare tutto troppo vicino).

Quali ortaggi coltivare in poco spazio

Alcune specie si prestano bene a valorizzare un orto piccolo, altre al contrario “rubano” tanto spazio, per cui conviene valutare se piantarle o meno. Oltre allo spazio bisogna tenere conto anche della dimensione tempo, privilegiando piante che garantiscano raccolto velocemente, liberando la parcella.

quali ortaggi raccogliere

Ecco i fattori da considerare, per orientarci sulla scelta di quali specie conviene coltivare in uno spazio limitato:

  • Scegliere ortaggi che danno pochi scarti. L’indice di raccolto, conosciuto in inglese come harvest index, è un termine tecnico che a livello pratico offre un’idea di quanto di una pianta è la parte commestibile rispetto allo scarto. Tuttavia, è bene ricordare che gli scarti sono comunque materiale prezioso per ottenere compost, che dovremmo provare a produrre in un angolino anche in un orto di piccole dimensioni.
  • Lo spazio occupato dalla coltura: ci sono ortaggi che pur molto produttivi, occupano molto spazio. È il caso di diverse cucurbitacee (zucche, meloni, angurie), altre specie occupano uno spazio inferiore, così come ravanelli, insalate, carote, cavolo nero e cavolo rapa.
  • Produttività: Ci sono specie molto generose come zucchine, pomodori, peperoni, cetrioli e melanzane, grazie alla loro scalarità di fruttificazione, anche le patate rendono bene. Per l’autunno-inverno il cavolo nero e il kale.
  • La lunghezza del ciclo colturale: Un programma di rotazioni per tutto l’anno si basa, tra le altre cose, sulla lunghezza del ciclo delle diverse specie e varietà. Gli ortaggi a crescita veloce (ravanelli, insalatine, spinaci) possono essere seminati molto precocemente, coperti con telo di tessuto non tessuto in modo da favorirne presto l’emergenza e la crescita e raccolti a primavera, in modo da usare poi il terreno per una coltura primaverile-estiva e poi per una autunno-invernale. Di alcune specie come le patate può risultare utile optare per varietà a ciclo precoce proprio per avere la possibilità di programmare una successione.
  • La resa in cucina: come sappiamo, alcuni ortaggi si mangiano prevalentemente crudi, altri cotti. Di quelli che si consumano cotti e che tendono a ridursi molto in pentola, come erbette, catalogna, spinaci, è importante valutare se lo spazio che abbiamo ci porta a mangiarne in quantità sufficienti o se ne avremmo molto pochi, e nel dubbio fare una scelta tra questi.
  • La possibilità di coltivazione in verticale: usare lo spazio in altezza risparmia la superficie dell’aiuola e quindi rende meno ingombranti gli ortaggi. È noto che i pomodori debbano crescere legati a dei tutori, ma possiamo fare altrettanto con cetrioli, alcuni tipi di zucchine e con fagioli e piselli. Queste ultime due specie possono essere coltivate nelle varietà rampicanti.

Esempi di ortaggi convenienti:

  • La lattuga da cespo, che si mangia praticamente tutta ad esclusione delle radici e qualche foglia esterna più ingiallita.
  • La rucola e in generale le insalate da taglio, che ricacciano più volte.
  • I rapanelli: hanno un ciclo colturale molto veloce e si possono piantare vicini.
  • Le carote: la pianta occupa poco spazio e ha poco scarto.
  • Il prezzemolo, che si usa in minor quantità e anch’esso ricaccia.
  • I porri e le cipolle, che sono stretti e non danno scarti (in particolare il porro ha un ottimo harvest index).
  • L’aglio, si accontenta di poco spazio e in cucina ne basta una modesta quantità per soddisfare i bisogni della famiglia.
  • Pomodori, melanzane, peperoni, che sono piante produttive.
  • I cetrioli, che si possono coltivare in verticale.
  • Il cavolo rapa, di cui si mangia tutto compreso il ciuffo di foglie.
  • Il cavolo nero e il kale, piante meno ingombranti di altri cavoli, se non vengono “decapitati”, possono produrre foglie dall’apice per molti mesi e risultano quindi assolutamente convenienti.
  • Il sedano, essendo una pianta che si accontenta di poche ore di luce è adatto a sfruttare gli angoli meno esposti.
  • Le zucchine, pur occupando spazio, si fanno perdonare producendo un frutto al giorno o uno ogni due giorni (risultato che dipende da vari fattori come nutrizione, presenza di api, temperature).
  • Fagiolini e piselli rampicanti. I legumi non sono tra le specie più produttive, ma in ogni caso vanno coltivati perché fondamentali nelle rotazioni, tra questi conviene privilegiare le specie rampicanti. I fagiolini essendo “mangiatutto” rendono generalmente più dei fagioli.
  • Le erbe aromatiche, che vengono usate a piccole dosi e rappresentano una consociazione positiva.

peperoni produttivi

Esempi di ortaggi poco convenienti:

  • Il carciofo, che ha un basso indice di raccolto: la parte commestibile, il capolino, viene prodotta al centro di una pianta molto ingombrante.
  • Il cavolfiore, pianta grande che produce un solo fiore centrale senza ricacci successivi (a differenza di molte varietà di broccolo verde).
  • I ceci e le lenticchie, hanno una bassissima produttività.

Esempi di ortaggi da valutare:

  • Spinaci e bietole: hanno un’ottima resa come indice di raccolto (praticamente nessuno scarto) e sono piuttosto veloci nella crescita, ma hanno una bassa resa in cucina (si riducono con la cottura). Un’alternativa può essere la barbabietola, che produce comunque le foglie (come una bieta da taglio) ma al tempo stesso fa la radice.
  • Zucche, meloni, angurie: sono piante produttive ma anche piante veramente ingombranti.
  • Patate: si tratta di un ortaggio produttivo, ma impegnativo in termini di tempo e spazio, certamente occorre scegliere varietà precoci.
  • Topinambur: specie in assoluto tra le più produttive,

I parametri descritti sopra, e di cui abbiamo estrapolato degli esempi, possono orientarci in una prima selezione delle specie più adatte ad un piccolo orto, fermo restando che poi contano anche i gusti personali e il piacere di coltivare, indipendentemente dal risultato.

10 consigli utili per risparmiare spazio

Dopo aver scelto un gruppo di specie da introdurre nel proprio spazio si comincia a coltivare: ecco nel dettaglio spiegate alcune accortezze utili a ottimizzare le colture e la produttività.

Programma le tempistiche evitando i tempi morti

Prima di pensare a come ottimizzare lo spazio del nostro orto piccolo bisogna sedersi a tavolino per programmare come ottimizzare le tempistiche e non avere parcelle ferme. Per questo è bene avere in mente (o meglio ancora su carta) i tempi di semina/trapianto e la durata dei cicli colturali, questo è importante per poter progettare gli spazi per tutto l’anno, in modo da avere l’orto sempre attivo.

In questo ci aiuta sicuramente la tabella di semina di Orto Da Coltivare, che permette di visualizzare a colpo d’occhio i periodi. Riguardo ai cicli colturali c’è anche questa tabella orientativa per la semina, che consiglio di tener presente.

Scarica la tabella di semina

Nella programmazione è fondamentale non scordarsi di praticare le rotazioni: sebbene l’orto sia piccolo, non si possono dimenticare le buone pratiche. Per praticare una corretta rotazione è buona norma annotare sempre semine e trapianti indicando lo spazio nei quali si realizzano, disegnando uno schema dell’orto con numerazione delle aiuole, o altra loro indicazione. Tra gli strumenti utili alle rotazioni segnaliamo il calcolatore di semina di Orto Da Coltivare.

Lo sforzo nel progetto è teso a ridurre i tempi morti: durante la stagione può capitare di raccogliere un ortaggio e lasciare lo spazio libero per lungo tempo prima di occuparlo con nuove piantine o semi, ma a meno che questo non dipenda da un’esigenza specifica del nostro progetto di rotazioni, bisognerebbe limitare le fasi improduttive. È importante non perdere il momento di semina o trapianto di una determinata coltura, ma per fortuna questo momento spesso è molto elastico.

Una delle fasi critiche per gli orti di solito è l’estate, quando ci sono di mezzo le vacanze. Allora è utile organizzarsi per tempo con una collaborazione extra di parenti o amici, e dare istruzioni dettagliate, se per esempio abbiamo trapiantato le verze e poi dobbiamo subito partire. Non è il caso infatti di aspettare settembre per il trapianto degli ortaggi autunnali, visto che si definiscono “autunnali” in riferimento alla loro epoca di raccolta, non a quella di semina e trapianto.

Trapianta piuttosto che seminare

trapiantare

Trapiantare una piantina già formata significa risparmiare circa un mese di tempo in cui la coltura ingombra la parcella: non è cosa da poco in un orto piccolo. Questo non vuol dire necessariamente comprare le piantine: si può fare un piccolo semenzaio (dove l’ingombro si misura in centimetri e non in metri).

Ovviamente non sempre conviene trapiantare: per rapanelli e carote sarebbe negativo, per le patate impossibile. In linea generale però la scelta più efficiente è il trapianto.

Applica le consociazioni

Le consociazioni consistono nel coltivare vicine due o più specie che favoriscono l’una la crescita dell’altra in virtù di vari fattori come gli essudati radicali. Questo stimola una crescita migliore delle specie coinvolte, ed è molto positivo anche in termini qualitativi, ma le consociazioni presentano anche il vantaggio di consentire un più efficiente sfruttamento degli spazi. Per esempio, le cipolle e i porri si sviluppano in altezza e non in larghezza, quindi possono essere consociati, ad esempio, con le lattughe, alle quali non danno fastidio e non ne ricevono a loro volta, mentre basilico e sedano si trovano bene tra le piante di pomodoro.

Scopri le consociazioni

Scegli le misure giuste

Il tema della distanza tra le piante è spesso sottovalutato: da un lato piantare troppo larghe le colture significa dissipare spazio, dall’altro però attenzione a non compiere l’errore opposto, visto che piante ammassate si rivelano improduttive e facilitano le malattie.

Per questo è importante conoscere le distanze corrette e rispettare il sesto d’impianto. Se vogliamo stringere un po’ più del normale le piante bisogna consociare, perché questo riduce le problematiche di avere piante troppo vicine e permette in alcuni casi anche effetti favorevoli del buon vicinato, questa è una caratteristica chiave nella già citata metodica biointensiva.

Per utilizzare ogni centimetro del nostro piccolo orto bisogna essere precisi: i solchi devono essere dritti e le distanze calcolate. Spesso per fare in fretta si trascura questo, senza rendersi conto che si dissipa parecchio spazio.

Altro accorgimento per utilizzare tutto lo spazio è di fare aiuole e camminamenti delle giuste misure: la larghezza deve essere tale da consentire di lavorarci senza calpestare l’interno (100 cm, massimo 120), sui passaggi possiamo risparmiare facendoli stretti (45 cm).

Piantare a quinquonce

Piantare a quinquonce significa sostanzialmente mettere le piante “a zig zag”, come dice il termine stesso si richiama il numero 5 sui dadi. Rispetto alla classica griglia il sistema a quinquonce ottimizza lo spazio perché le distanze tra le piante sono sulle diagonali. A pari distanza tra una pianta e l’altra quindi le coltivazioni stanno più compatte.

Questo semplice trucco ha una valida spiegazione geometrica (chi si ricorda il teorema di Pitagora?), ma si capisce meglio guardando il disegno.

sesto d'impianto compatto

Tra i due sesti d’impianto la distanza tra piante è la stessa

Coltiva in verticale

Quando l’orto è piccolo sfruttare la verticalità è senza dubbio un’astuzia da mettere in pratica con qualunque mezzo possibile. Oltre alle reti possiamo anche sfruttare delle limitazioni già presenti, come ringhiere o reti.

Si potrebbe obiettare che la loro ombra penalizzi le altre specie, ma se l’orto è già ben esposto al sole, in genere nei mesi primaverili-estivi un leggero ombreggiamento di questo tipo non fa danno.

Presta attenzione all’esposizione

Come regola generale, e anche in questo caso, è importante tenere presente l’esposizione dell’orto e dedicare alle specie meno esigenti come il sedano e le insalate le zone più ombreggiate, le altre agli ortaggi esigenti.

Cosa coltivare in mezzombra

Non dimenticare aromatiche o fiori

Pur disponendo di poco spazio per far crescere verdura commestibile, lasciamo comunque un angolino per qualche essenza aromatica, che trova comunque un utilizzo come condimento o tisana, o per qualche bella fioritura. È possibile anche far crescere queste specie in vasi rialzati o appesi, sempre nell’ottica di favorire la biodiversità.

orto di pochi metri quadri

Previeni i problemi

Capita che gli ortaggi vengano attaccati da patologie o da insetti, lumache o altri parassiti.

È importante prevenire i danni per limitare al massimo le perdite di raccolto e la prevenzione in un’ottica di coltivazione biologica si articola su diverse strategie, di cui fanno parte quelle viste sopra: rotazioni e consociazioni, ma anche le irrigazioni che non bagnino la parte aerea degli ortaggi.

Inoltre, senza aspettare i primi sintomi di qualche avversità, possiamo aiutare le piante ad essere più forti in modo naturale, irrorando estratti o decotti di equiseto, di aglio e cipolla, ortica, o un prodotto a base di propoli. In caso di necessità possiamo anche ricorrere ad alcuni prodotti ammessi in agricoltura biologica come l’ortofosfato di ferro contro le lumache, il Bacillus thuringiensis, ecc.

Cura attenta e tempestiva

Il fatto che l’orto sia piccolo permette di prendersi cura di ogni angolino in modo attento: dalla pacciamatura ai tutori, dall’erba spontanea alla concimazione, ogni aspetto deve essere gestito nel migliore dei modi.

Può darsi che in fin dei conti renda meglio un orto piccolo curato con costanza nei dettagli, rispetto ad uno grande dove si percepisce un certo affanno nello stare dietro alle colture e all’erba da togliere.

Articolo di Sara Petrucci

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