Il termine “cavoli” comprende un gruppo molto numeroso di ortaggi appartenenti alla famiglia delle crucifere, tutti benefici per la salute e tipicamente associati al periodo autunno-invernale. In realtà molte di queste verdure, come il cavolo cappuccio e il cavolo rapa, si possono coltivare praticamente in tutte le stagioni ottenendo dei raccolti ben distribuiti nel tempo.
Broccoli, verze, cappucci, cavolfiore, cavolo nero, cavolo rapa e tutti gli altri sono piante che esigono una buona fertilità del terreno, in un orto biologico questa viene raggiunta distribuendo ammendanti e concimi organici e minerali di origine naturale. Tutti i cavoli si possono coltivare con ottimi risultati col metodo biologico, che prevede anche l’adozione delle rotazioni colturali, di adeguate distanze di impianto e possibilmente l’irrigazione a goccia.
Per ottenere un buon raccolto bisogna però stare attenti ai non pochi parassiti che colpiscono i cavoli e quindi anche la difesa fitosanitaria riveste un ruolo importante. I cavoli sono verdure da foglia ed è antipatico averli mangiucchiati dai vari bruchi e larve che ne gradiscono il sapore. Vediamo quali sono i principali parassiti dei cavoli e con quali rimedi ecologici si possono combattere efficacemente.
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Le cimici dei cavoli
Negli ultimi anni sembra che le cimici rosse e nere siano diventate il parassita numero uno per i cavoli, soprattutto durante la primavera e l’estate. Questi insetti succhiano la linfa dalle foglie delle piante lasciando tante tacche scolorite e a volte bucherellate. Sono attivi durante le ore diurne e quindi è facile trovarli sulle piante, sia sui margini fogliari sia più nascosti nell’interno della pianta. Il danno maggiore che provocano questi parassiti è a carico delle giovani piantine, che possono essere fortemente compromesse. Se le piante di cavoli dell’orto sono poche è possibile eseguire ispezioni quotidiane ed eliminazioni manuali delle cimici per limitare i danni, altrimenti conviene fare trattamenti col piretro naturale, nelle ore più fresche della giornata.
La cavolaia
La cavolaia è una farfalla (lepidottero) bianca punteggiata di nero che allo stadio di larva si ciba del fogliame dei cavoli. Gli adulti compaiono in primavera, si riproducono e depongono le uova sulla pagina inferiore delle piante. Le generazioni vanno avanti fino ai primi freddi invernali e le larve, se numerose, sono capaci di mangiare completamente le piante risparmiando soltanto le nervature centrali delle foglie. La larva della cavolaia è un bruco verde puntinato di nero, facilmente riconoscibile. Contro questo ed altri lepidotteri in agricoltura biologica si usano prodotti a base di Bacillus thuringiensis del ceppo kurtstaki, di provata efficacia, molto selettivi ed ecologici. Un rimedio naturale che può essere auto prodotto senza costo è il macerato di pomodoro, da spruzzare sulle coltivazioni di cavolo come repellente alla cavolaia.
Simile a quello della cavolaia è l’adulto della rapaiola, altro lepidottero che si ciba di cavoli ma che provoca un danno nettamente più contenuto.
Afide ceroso del cavolo
Le colonie di questo afide vivono sulla pagina inferiore delle foglie creando ingiallimenti diffusi e melata appiccicosa. Sulle piante appena trapiantate possono insidiarsi nel cuore vegetativo e bloccarne lo sviluppo. Come nel caso degli afidi che parassitizzano tutte le altre colture, anche per l’afide ceroso del cavolo è possibile prevenirne la presenza spruzzando sui cavoli degli estratti di ortica, di aglio o di peperoncini, oppure sapone di Marsiglia disciolto in acqua per un effetto risolutivo.
Altiche delle crucifere
Questi minuscoli insetti di colore nero lucido prediligono la rucola e i ravanelli, anch’essi crucifere, mentre tra i cavoli gradiscono in particolare i cavoli cinesi. Con gli attacchi di altica le foglie restano piene di minuscoli forellini e nei casi gravi si nota un deperimento qualitativo della pianta. Questo inconveniente si può risolvere trattando col piretro naturale, tenendo conto sempre del fatto che non è registrato.
Nottua
La nottua o mamestra è un lepidottero nottuide polifago. Le larve vivono a spese delle foglie e scavano gallerie anche nei fusti carnosi durante le ore notturne. Compaiono tra aprile e maggio e poi persistono fino all’autunno, compiendo varie generazioni. Per debellarle bisogna anche in questo caso fare trattamenti col Bacillus thuringiensis.
Mosca del cavolo
Gli adulti della mosca compaiono ad aprile e depongono le uova alla base delle piante dei cavoli, sui colletti. Dalle uova (che possono essere tante, a seconda di quante femmine ovidepongono sulla stessa pianta) nascono larve che iniziano a cibarsi scavando gallerie sotto l’epidermide del colletto e della radice, erodendoli. Di conseguenza le piante iniziano ad appassire e nei casi più gravi possono arrivare a morire.
La mosca del cavolo compie 3 o 4 generazioni l’anno, quindi sono esposte anche le colture messe a dimora più tardi e l’insetto colpisce anche i cavoli invernali. L’ideale per prevenire il problema è eliminare dall’orto tutti i residui colturali dopo la raccolta, per limitare i substrati di sviluppo delle larve. Non bisogna temere di togliere sostanza organica al terreno con questo gesto di precauzione, perché i residui tolti dall’orto si decomporranno nel cumulo di compostaggio e torneranno al terreno come compost maturo in un secondo momento.
Per i trapianti estivi di cavoli conviene posizionare le piantine vicino ai pomodori, perché pare che questa sia una consociazione capace di proteggere i cavoli da questo parassita. Anche i macerati di foglie e femminelle di pomodoro irrorati sulle piante di cavoli esercitano lo stesso effetto, già citato come protettivo verso la cavolaia.
Tignola del cavolo
Si tratta di un microlepidottero polifago che predilige i cavoli e le altre crucifere, viene chiamato anche minatore fogliare. Le larve giovani di tignola del cavolo, piccolissime, penetrano nel tessuto fogliare e percorrendolo vi provocano dei caratteristici segni curvi detti “mine”. Le larve più mature fanno invece tanti piccoli fori sulle foglie. Gli adulti appaiono a primavera e compiono dalle 3 alle 7 generazioni l’anno a seconda del clima. Come per nottue e cavolaia, il Bacillus thuringiensis è la soluzione ecologica più indicata.
Cecidomia
Si tratta di un piccolo insetto dell’ordine dei ditteri che crea un potenziale danno grave, poiché la femmina depone le uova alla base delle foglie e le larve che nascono si cibano del cuore vegetativo della pianta. In seguito agli attacchi di cecidomia può capitare di vedere cavoli con più teste, dovute ai tentativi di ricaccio della pianta dopo che il cuore centrale è stato compromesso. In questi casi, per evitare il propagarsi dell’infestazione, bisognerebbe trattare le piante con piretro naturale. Il piretro è uno degli insetticidi più utilizzati nell’orto biologico, purtroppo attualmente non è ufficialmente registrato per questa coltura e pertanto non ne è consentito l’uso dell’attività agricola professionale. Le 3 generazioni che questo insetto compie avvengono tra giugno e settembre.
Come usare il bacillus thuringiensis. Contro vari nemici dei cavoli, in particolare nottue e cavolaia, è utilissimo il bacillus thuringiensis, rimedio efficace ed ecologico.
Articolo di Sara Petrucci
Un articolo del genere senza le foto degli insetti è assolutamente INUTILE!
ciao Anna. Purtroppo realizzare foto di ogni insetto non è semplice… Bisogna avere la “fortuna” di trovare i cavoli infestati ed esser pronti a scattare. Altri siti prendono senza autorizzazione da web le foto, io per scelta utilizzo materiale di cui ho i diritti. Per questo sto facendo fare illustrazioni dei principali insetti, un lavoro impegnativo e costoso, che richiede tempo ma che certamente migliorerà il sito. Nel frattempo l’articolo ritengo possa avere comunque una sua utilità, perché dalle descrizioni hai modo di restringere il campo e fare delle ipotesi, se poi cerchi su google immagini il nome dell’insetto non ti sarà difficile trovare le foto.