frutto di melanzanaLe piante di melanzana appaiono tra le più robuste e solide tra tutte quelle da orto: con le loro radici profonde e il loro fusto che lignifica, resistono al vento e non richiedono necessariamente tutori, e se garantiamo loro una buona fertilità del terreno risultano piuttosto facili da coltivare anche in modo biologico.

Per poter raccogliere frutti sani ed abbondanti è importante conoscere e saper gestire le comuni avversità, e in questo articolo passiamo in rassegna i principali parassiti animali, suggerendo metodi e prodotti a basso impatto ambientale per la difesa fitosanitaria dagli insetti che possono attaccare le melanzane.

I rimedi che proponiamo sono validi sia per chi ha una coltivazione biologica professionale per la vendita degli ortaggi che per chi gestisce il proprio orto per avere verdure sane e non vuole ricorrere a insetticidi chimici nocivi.

Dorifora

Associata sempre alla patata, la dorifora attacca molto spesso anche le piante di melanzana, visto che entrambe le colture orticole fanno parte della famiglia delle solanacee. L’ospite preferito della dorifora resta la patata ,ma in alcune annate l’insetto è talmente aggressivo che finisce per divorare anche il fogliame delle melanzane, soprattutto quando la parte aerea delle patate è ormai secca.

La dorifora è un coleottero che compie 2-3 generazioni l’anno, sverna nel suolo come adulto e ricompare a primavera, compiendo i danni soprattutto dai mesi di maggio-giugno. Ogni femmina nella sua vita depone fino a 700-800 uova di colore giallo-arancio, che possiamo trovare in gruppi sulla pagina inferiore delle foglie.

Una delle precauzioni migliori che le aziende agricole possono adottare è quella di distanziare bene la coltivazione delle patate da quella delle melanzane, e soprattutto applicare sempre le rotazioni, per evitare che le forme adulte che svernano sotto terra, una volta tornata la primavera, si trovino la vita facile, ovvero la loro coltura preferita di nuovo presente in quello spazio.

Ma di per sé questa accortezza è insufficiente e di solito si rendono necessari dei trattamenti, per esempio con prodotti a base di Spinosad, da ripetere più volte durante la stagione. Nei piccoli orti l’eliminazione manuale dell’insetto di solito mostra già un forte potere abbattente, ma deve essere frequente e scrupolosa, con ispezioni della pagina inferiore delle foglie.

dorifora su melanzana

Dorifore su piante di melanzana. Foto di Sara Petrucci.

Approfondisci: la dorifora

Mosca bianca

La Bemisia tabaci e il Trialeurodes vaorariorum vengono chiamate mosche bianche ma in realtà le due specie non fanno parte dell’ordine dei ditteri bensì dei rincoti. Si trovano soprattutto nelle coltivazioni di melanzana in serra, dove si possono notare in fitte colonie sulle pagine inferiori delle foglie delle melanzane e di altri ortaggi.

Gli adulti e le forme giovanili sottraggono la linfa alle foglie e causano ingiallimenti e parziali defogliazioni, con conseguenti deperimenti vegetativi. Inoltre imbrattano la vegetazione di abbondante melata, la quale è causa a sua volta della fumaggine che riduce l’attività fotosintetica. Come se non bastasse, questi due insettini possono anche essere vettori di malattie virali e di conseguenza il loro sviluppo, fatto di tante generazioni annuali, deve essere senza dubbio tenuto a freno.

Nelle grandi serre di coltivazione è possibile fare la lotta biologica col lancio ripetuto degli insetti antagonisti Encarsia formosa e Eretomocerus spp., cosa però poco efficace in un piccolo orto a causa della dispersione degli insetti. In questo ultimo caso si può provare con le trappole cromotropiche gialle e con trattamenti a base di sapone di Marsiglia, che sono efficaci contro gli insetti a tegumento molle.

Approfondisci: difesa dalla mosca bianca

Mosca minatrice sud americana

Si tratta di un dittero che attacca prevalentemente le colture di melanzana in serra. Le femmine di mosca minatrice compiono molte punture di nutrizione, causando la comparsa di tanti puntini decolorati. Le larve scavano gallerie sottili (dette mine) lungo le nervature delle foglie, e questo può determinare la caduta delle foglie e in casi gravi anche un notevole decadimento produttivo.

Contro questo parassita bisogna eseguire trattamenti con Azadiractina o Spinosad.

Piralide del mais

Oltre al mais, questo lepidottero colpisce molto di frequente il peperone, ma anche la melanzana, benché più raramente. Gli attacchi riguardano le colture verso il finire dell’estate dopo periodi di forte siccità. Se si esegue nell’orto un trattamento col Bacillus thuringiensis per i peperoni molto più colpiti, conviene irrorare il prodotto anche sulle melanzane.

Approfondisci: piralide del mais

Nottua gialla del pomodoro

Il bruco colpisce per l’appunto soprattutto il pomodoro, ma non disdegna le melanzane, dato che è molto polifago, ed attacca da luglio a settembre, periodo di produzione di entrambe le colture. Lo Spinosad e il Bacillus thuringiensis sono entrambi validi prodotti ecologici per contrastare le larve di nottua e di altri lepidotteri.

Approfondisci: nottua gialla

Limaccia grigia

Quando si nota una melanzana forata, con un buco ovaleggiante, siamo in presenza di un attacco di limaccia grigia, che sopraggiunge nei periodi piovosi e caratterizzati da abbondante rugiada notturna. Per debellarla, attorno alle piante si possono cospargere manciate di ortofosfato di ferro, lumachicida ecologico. Contro lumache e limacce funzionano bene anche trappole di birra, sistema economico e adatto agli orti familiari.

Approfondisci: contrastare le limacce

Tripide occidentale

Siccome è un insetto polifago il tripide occidentale si rinviene anche sulle melanzane, alle quali arreca come danno una moltitudine di tacche puntiformi, con successiva necrosi dei tessuti.

L’insetto è di colore giallo a macchie brune sui segmenti addominali. Se le punture interessano l’ovario dei fiori, i frutti poi crescono deformi e in certi casi diventano bifidi.

Si possono fare trattamenti col fungo buono Beauveria bassiana e comunque a fine coltura è opportuno asportare tutti i resti e metterli nel compost, evitando di lasciarli decomporre in loco perché sarebbero siti di svernamento dell’insetto.

Leggi tutta la guida alla coltivazione delle melanzane

Articolo di Sara Petrucci

difesa solabiol

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