Per ottenere buoni risultati in agricoltura vengono consigliati un numero sempre maggiore di prodotti, sia in contesto di agricoltura professionale che nell’orto famigliare in cui si coltiva per passione.

Non sempre sono prodotti economici e soprattutto non è facile capire gli ingredienti e la loro potenziale tossicità, molti trattamenti e concimi in commercio sono dannosi alla salute e all’ambiente.

biofertilizzante

Esistono però soluzioni autoprodotte che a partire da materiali naturali ed economici permettono di realizzare fertilizzanti efficaci. Scopriamo i biofertilizzanti, con qualche ricetta per aiutare le piante in modo naturale tramite prodotti fai da te.

I bio fertlizzanti di Deafal

Deafal dal 2010 si è dedicata a sviluppare in Italia l’Agricoltura Organica e Rigenerativa, il suo gruppo di lavoro si è posto come obiettivo la sostituzione di prodotti commerciali per la cura del suolo con soluzioni autoprodotte, partendo da materiali facilmente reperibili in azienda agricola o in un contesto vicino.

Molti materiali che solitamente sono considerati scarti o sostanze di minor valore commerciale, infatti, possono essere di grande aiuto nella creazione di compost, biofertilizzanti, ammendanti, concimi e molto altro.

Non si tratta di ricette standard capaci di curare ogni male, ma hanno come obbiettivo di ridurre gli input commerciali, valorizzando le materie prime a disposizione. Tra i preparati più diffusi, parleremo dei biofertilizzanti.

Cosa sono i biofertilizzanti e a cosa servono

I biofertilizzanti sono particolari soluzioni fermentate che vanno somministrate per via fogliare. Sono noti anche con il nome di corroboranti.

Il loro principale scopo è quello di perfezionare la nutrizione delle piante, sfruttando il processo chimico della fermentazione. Infatti, grazie al lavoro dei microorganismi fermentanti, che scindono i minerali contenuti nelle materie prime, la soluzione si arricchisce di macro e micro elementi in forma solubile, quindi più facilmente assimilabili dalla pianta.

Non sono da considerare dei concimi poiché sono poveri di azoto; non devono nemmeno essere visti come loro sostituti: le radici rimangono il principale organo di assorbimento e quello che viene fornito tramite le foglie deve essere considerato come un’utile integrazione ad un suolo fertile e ben concimato.

Gli ingredienti dei biofertilizzanti

Ecco gli ingredienti per una ricetta bilanciata di un biofertilizzante naturale e autoprodotto da usare come corroborante fogliare per le colture.

Ceneri, polvere di roccia, minerali

Questi elementi di origine minerale apportano un cocktail variegato di micronutrienti, sostanze che sono spesso trascurate nei fertilizzanti tradizionali (che solitamente si concentrano sugli elementi nutritivi fondamentali come azoto, fosforo e potassio), ma che servono alla pianta per il suo equilibrio nutrizionale.

Ci sono diversi materiali che assolvono a questa funzione. Il più facile da reperire sono le ceneri di legna, ma sono anche le meno specifiche: la loro composizione è altamente variabile a seconda della specie combusta.

Molto utilizzate sono anche le polveri di roccia, ovvero gli scarti delle cave. Contengono al loro interno un’ampia varietà di elementi. Le rocce di origine vulcanica sono composizionalmente le più ricche e le più bilanciate; le più utilizzate sono il basalto, la zeolite e il lapillo.

Ceneri e polveri di roccia però non sono sufficienti a dare un apporto specifico in caso si verifichi una carenza specifica di un nutriente. In questo caso si possono aggiungere elementi minerali singoli, reperendoli sul mercato.

polvere di roccia

Inoculo per la fermentazione: siero di latte

Per far partire una fermentazione è necessario procurarsi una base ricca di microrganismi. Questo inoculo viene fornito dal siero di latte, facile da reperire e da maneggiare e ricchissimo di amminoacidi, proteine, vitamine e grassi: preziose sostanze per il nostro composto.

Lievito

Il lievito è lo starter per il processo di fermentazione. È utile soprattutto nelle stagioni fredde, quando funghi e batteri faticano a mettere in moto il processo.

I lieviti sono aerobi e necessitano di ossigeno per iniziare la fermentazione; una volta che questo viene terminato, i microorganismi del siero possono iniziare le reazioni anaerobiche necessarie.

Zucchero

Come tutti noi, anche i microrganismi sono golosi di zucchero! Per attivare il loro metabolismo e continuare il processo di degradazione dei minerali hanno bisogno di molta energia.

Acqua

L’acqua è l’aggregante di tutti i materiali, il substrato all’interno del quale avvengono le trasformazioni.

Come preparare biofertilizzanti

Tutti gli ingredienti descritti vanno miscelati in un bidone a tenuta stagna, a cui deve essere applicato un gorgogliatore sul tappo, in modo da permettere la fuoriuscita dei gas che si formano all’interno (principalmente metano e anidride carbonica).

In condizioni ottimali (temperature non inferiori ai 15 gradi) il preparato sarà pronto in 30-40 giorni. Più le temperature sono calde, prima terminerà la fermentazione.

fermentazione

Dosaggio per il biofertilizzante

Le dosi indicate sono indicative, per un biofertilizzante semplice, si possono trovare ricette più dettagliate in libri specifici sull’Agricoltura Organica e Rigenerativa (si veda il manuale di Matteo Mancini).

Per ottenere 200 litri di biofertilizzante impieghiamo:

  • Siero di latte 10-50 litri
  • Zucchero 2-3 kg
  • Cenere/farina di roccia 3 kg
  • Lievito di birra 100-200 gr
  • Acqua 150 litri

Come utilizzare il corroborante fogliare

Il biofertilizzante è consigliabile applicarlo sulle piante la mattina presto o nel pomeriggio tardi.

In questi momenti, quando le temperature non sono troppo elevate, gli stomi delle foglie sono più aperti e quindi l’assorbimento da parte delle piante è sarà maggiore.

La frequenza dell’utilizzo è ogni 7 – 20 giorni, ma bisogna sempre verificare caso per caso in manuali più specifici, a seconda della tipologia di pianta e della stagione.

Articolo di Nora Levi di Deafal. Le foto nel post sono di Deafal.

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