Questo articolo è dedicato alla difesa ecosostenibile dagli insetti dannosi dai mirtilli. I mirtilli sono certamente tra i più salutari frutti di bosco, poiché sono ricchi di antiossidanti preziosi e per questo sempre più coltivati e richiesti dal mercato. Queste bacche si coltivano con semplicità e soddisfazione, anche traendo spunto da come crescono spontaneamente in natura.

I mirtilli vengono catalogati come “piccoli frutti” insieme a more, lamponi, ribes ed uva spina. La coltivazione di tutti questi è possibile ed auspicabile col metodo biologico, sia a livello amatoriale che professionale, poiché sono specie adattabili e piuttosto rustiche, che raramente si ammalano pur rendendo bene.

bacca del mirtillo

I mirtilli richiedono alcuni accorgimenti particolari come l’acidità del substrato di coltivazione, perché per loro natura necessitano di un ph del suolo molto acido, come raramente sono i terreni coltivati. Per questo bisogna sempre ricordare di aggiungere uno specifico terriccio per acidofile al suolo, già dal momento dell’impianto.

Per quanto riguarda la difesa fitosanitaria sono poche le minacce di malattie e parassiti a carico del mirtillo, tuttavia di recente sono arrivati degli insetti da lontano che stanno alterando un po’ gli equilibri ecologici e che possono anche interessare questa specie, per cui è bene tenere sempre controllata la piantagione, curare ogni forma preventiva possibile ed intervenire nel modo più opportuno al presentarsi di un parassita.

I parassiti del mirtilleto possono interessare sia il classico mirtillo nero autoctono del nostro paese, che incontriamo anche selvatico nel sottobosco, che altre specie, come il mirtillo americano, che è molto diffuso in coltivazioni da reddito.

Vediamo più nel dettaglio quali sono gli insetti che colpiscono in modo particolare la coltivazione del mirtillo e con quali strategie ecologiche possiamo farvi fronte. Potrà esservi utile anche conoscere quali sono le patologie che la pianta può contrarre, ma per questo vi rimando all’articolo dedicato proprio alle malattie del mirtilleto, in cui si approfondiscono sintomi e trattamenti.

Drosophyla suzukii o moscerino dei piccoli frutti

La Drosophyla suzukii, dittero proveniente dal Sud Est Asiatico, è ormai un parassita con cui fare costantemente i conti nella maggior parte dei nostri territori italiani. Questa specie si è adattata molto bene al nostro clima ed è capace di riprodursi molto rapidamente, arrivando a compiere anche 10 generazioni all’anno, facendo danni su molte specie frutticole a buccia sottile, in particolare frutti di bosco, tra cui il mirtillo.

Le femmine adulte di questa piccola mosca asiatica depongono le uova sui frutti, ciascuna femmina può arrivare a deporne fino a 400 nella sua vita). Le larve che ne nascono vivono poi a spese della polpa, che erodono ed espongono ad eventuali infezioni secondarie di batteri e funghi, per poi portarla a disfacimento. Il danno sul frutto portato da questo parassita è quindi tale da pregiudicare il raccolto.

La difesa delle colture da questo insetto parte dalla cattura mediante trappole alimentari, poiché i trattamenti con insetticidi, ecologici e non, risultano poco risolutivi. Esempi di biotrappole alimentari efficaci sono la Tap Trap e la Vaso trap rosse, colore che attira in particolare questa specie di insetto. Questo genere di trappola viene agganciata su bottiglie o vasi di vetro riempiti di esca da preparare in autonomia seguendo alcune ricette collaudate. Poiché il periodo in cui la Drosophyla appare è la primavera, dal mese di aprile bisogna aver posizionato le trappole perché queste siano davvero efficaci. Il metodo è interessante perché a basso costo e applicabile anche in piccoli frutteti, utile tanto per monitorare quanto per una cattura massale.

Contro la Drosophyla si possono fare anche dei trattamenti preventivi con un corroborante a base di zeolite, fine minerale di origine vulcanica che, irrorato sulle piante, vi crea un velo protettivo che ostacola gli insetti dannosi dal loro intento.

Approfondimento: la drosophila suzukii

Afidi

Come molte altre specie coltivate, anche i mirtilli possono essere colpiti da afidi, con infestazioni di gravità variabile e legata anche alle condizioni climatiche e alle pratiche agronomiche. In genere infatti le pullulazioni di afidi sono favorite da un clima caldo-umido e da una crescita vegetativa molto rigogliosa. Per questo sono importanti le potature che contengono le chiome ma anche concimazioni equilibrate, perché eccessi di azoto favoriscono le punture degli afidi rendendo i tessuti vegetali più molli. In agricoltura biologica gli afidi si contengono innanzitutto puntando sulla biodiversità, grazie alla quale si favorisce lo sviluppo di tutti i predatori naturali come coccinelle, crisope, sirfidi e forbicine. I trattamenti chimici convenzionali possono uccidere questi nemici naturali degli afidi, con notevole effetto negativo in termini ecologici, per questo è importante evitarli e adottare una visione più olistica dell’ambiente coltivato. In caso di grave infestazione di afidi, possiamo intervenire con semplici ed efficaci trattamenti a base di sapone di Marsiglia disciolto in acqua e irrorato sulle piante. Gli afidi in genere compaiono dalla primavera in fitte colonie che succhiano la linfa ai giovani germogli e che si riconoscono bene anche per la presenza di melata appiccicosa sulle parti attaccate. Ci sono alcune specie di afidi specifici del mirtillo, tra cui Ericaphis scammelli, che è comparso in Piemonte dagli anni Novanta ed è un potenziale vettore di una grave malattia virale del mirtillo.

Lepidotteri

I mirtilli possono subire danni da varie specie di lepidotteri come ricamatori fogliari, tortricidi, defogliatori generici, nottuidi e altri ancora, che a partire dalla primavera possono distruggere boccioli fiorali, gemme e giovani foglie, in particolare quando sono allo stadio larvale. In agricoltura biologica bisogna difendere i mirtilli con insetticidi ecologici. Il Bacillus thuringiensis kurstaki, è valido contro molti lepidotteri e innocuo sugli insetti utili, si usa spesso in contesti di coltivazione bio anche se non è ancora registrato sul mirtillo.

Contro il tortrice dei germogli è possibile anche trattare, per un massimo di 3 interventi all’anno, con lo Spinosad, altro bioinsetticida ammesso anche nella difesa biologica come il Bacillus th.

Ricordiamo che per trattare con prodotti fitosanitari ad uso professionale è obbligatorio essere in possesso del “patentino”, ovvero il certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo di detti prodotti. Il patentino si ottiene con la frequentazione di un corso di 20 ore e il superamento dell’esame finale, e poi ogni 5 anni è necessario il rinnovo. Questi corsi sono importanti in quanto forniscono informazioni fondamentali su come e quando utilizzare i prodotti limitando al massimo l’impatto ambientale e massimizzando la loro efficacia.

Chi però coltiva a scopo amatoriale e non ha un’azienda agricola può utilizzare i prodotti per hobbisti.

Cocciniglie

Alcune cocciniglie colpiscono in particolare i piccoli frutti, come Parthenolecanium corni, che allo stadio giovanile si trova sulla pagina inferiore delle foglie sulle quali emette melata, per poi colonizzare i rametti indebolendo progressivamente le piante, che possono ingiallire e perdere foglie. Gli attacchi delle cocciniglie si prevengono con macerati di felce e con potature equilibrate che arieggiano i cespugli di mirtillo, mentre si trattano in casi gravi con oli minerali ammessi in agricoltura biologica.

Cimice asiatica

La cimice asiatica (Halyomorfa halys) è un insetto dell’ordine degli Eterotteri che è arrivato in Italia da pochi anni, trovando campo libero per fare danno a molte colture diverse. In Nord America già da tempo parassitizza anche le colture di mirtilli, motivo per cui non bisogna mai abbassare la guardia su questa specie. Del mirtillo la cimice asiatica danneggia i frutti, causandone decolorazione e necrosi, con riduzione del peso del raccolto totale. Bisogna che questo insetto venga tenuto monitorato e controllato a livello territoriale e non con la sola lotta condotta dal singolo coltivatore, poiché è una specie molto mobile e capace di ricolonizzare l’ambiente anche dopo i trattamenti. I Servizi Fitosanitari delle regioni sono infatti all’opera per effettuare monitoraggi, installazione di trappole e, dal 2020, i lanci della Vespa samurai, uno degli antagonisti della cimice asiatica, che parassitizza le sue uova.

Nell’immediato però è possibile contenere i danni della cimice asiatica mettendo sopra la coltura dei mirtilli una rete escludi insetto.

Approfondimento: coltivazione dei mirtilli (guida generale)

Articolo di Sara Petrucci

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